Virus Cina origine – Pare che le autorità di Pechino abbiano taciuto per almeno 10 giorni la diffusione del coronavirus con rischi per il popolo cinese e il resto del mondo.
La triste vicenda dell’attuale pandemia dovuta al coronavirus, per quanto solleciti lo spirito di solidarietà nei confronti del popolo cinese, non esime l’opinione pubblica dal rilevare l’assurdo comportamento delle autorità di Pechino nell’affrontare la situazione. Il New York Times denuncia, sulla base di varie testimonianze, che il primo manifestarsi del contagio è stato tenuto segreto, grazie al ferreo controllo del regime su tutti gli organi di informazione.
Il sindaco di Wuhan ha dichiarato che gli è stato imposto di tacere su ciò che sapeva fino a gennaio inoltrato, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità era stata informata della situazione già il 31 dicembre. Le conseguenze di tale scelta appaiono evidenti. Le strutture mediche della città e della regione non sono state in grado di prepararsi adeguatamente all’emergenza del contagio e per diversi giorni potenziali portatori di virus hanno continuato a entrare e uscire senza alcuna precauzione dalle aree ora isolate, diffondendo l’epidemia in maniera incontrollabile. Poiché già un simile comportamento le autorità cinesi avevano tenuto in occasione della febbre suina del 2018, almeno due considerazioni severe si impongono.
Sembrerebbe che il mondo non possa fidarsi di informazioni fornite dai media cinesi, così come di altre aree geografiche a regime forte, appunto per mancanza di trasparenza. E questo vale non solo per i cinesi ma anche per il mondo intero. Si tratta di un problema di etica della policy, a livello internazionale. Rilievo questo che assume una particolare importanza quando si tratti di salute pubblica e della connessa questione della sicurezza planetaria.