L’industria farmaceutica lombarda è parte attiva nella catena del valore delle più importanti aziende europee. L’irrompere del Covid mette in crisi un’industria, quella farmaceutica, completamente soddisfatta dalle sue performance.
Milano è una delle capitali europee dell’industria farmaceutica. Questa è la ragione per cui ha sfidato Amsterdam per l’Agenzia del Farmaco Europea, ma non ha avuto successo.
Big Pharma è di casa a Milano. I componenti dei vaccini vengono dall’ India grazie ai prezzi bassi. Ma i Paesi grandi produttori rimangono Belgio e Germania.
Quella del maggior produttore mondiale, il Serum Institute of India di Adar Poonawalla, è una storia di coraggio. A maggio 2020 riceve da Oxford un campione del vaccino: ChAdOx1 nCoV-19. Il Serum Institute ha bisogno di tre mesi per incominciare la produzione. Poonawalla capisce che il momento è critico. Le banche indiane non vogliono finanziarlo. Dopo un giro di telefonate con membri importanti della comunità indiana expat in USA, telefona a Bill Gates. Il maggior azionista di Microsoft risponde e alla fine della telefonata decidono di dividersi il rischio: 400 milioni di dollari a carico della Fondazione Bill e Melinda Gates, 400 milioni di dollari di autofinanziamento di Poonawalla. Con i fondi vengono ordinati infialatori e reattori in Italia e Germania.
In dicembre 2020 incomincia su larga scala la produzione del vaccino Astra Zeneca/Oxford. La Fondazione di Bill Gates ottiene anche 200 milioni di dosi. Il Serum Institute si accorda con il governo che metà della produzione deve rimanere in India. Gli industriali farmaceutici lombardi, a questo punto, incominciano a chiedersi se convenga stare nelle catene di valore o alla fine se proprio lo starci non riduca la capacità di guardarsi attorno e cogliere le occasioni.
Gli incontri del nuovo Ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti sembrano deporre sul fatto che gli industriali nelle catene di valore ci stiano bene ma questo si può trasformare in un grande svantaggio per il sistema Paese. Mancanza di capacità produttiva è il dato di fondo, quello vero che caratterizza l’insufficiente risposta alla crisi sanitaria determinata dal Covid.