Agenda Ursula 1, Orso bodyguard dell’Eu

disegno bianco nero, di ben bestetti, ursula von der leyen, presidente commissione europea, in veste di orso che difende europa agitando bandiera
di Ben Bestetti
disegno bianco nero, di ben bestetti, ursula von der leyen, presidente commissione europea, in veste di orso che difende europa agitando bandiera
Disegno di Ben Bestetti

 

GIOVANNI CARUSELLI  – Ursula von der Leyen, neoeletta Presidente della Commissione europea, sarà «nemica di chi vuole un’Europa debole». Sembra possedere le doti per restituire all’Unione prestigio e autorevolezza.

La neopresidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha messo subito in chiaro le sue priorità e ciò che la Ue dovrà fare nei prossimi anni per battere, una volta per tutte, l’euroscetticismo e le nostalgie nazionalistiche.

In primo luogo, ha dichiarato con forza che gli organismi istituzionali europei devono essere più democratici. Ciò significa che il parlamento europeo, come qualunque altro parlamento del mondo, dovrà esercitare l’iniziativa legislativa, ora monopolio della Commissione. Le liste dei candidati non dovranno essere compilate su basi nazionali, ma sul principio della transnazionalità. In altre parole, quando i cittadini europei andranno a votare, non dovranno pensare solo agli interessi del proprio Paesi: candidati e programmi politici dovranno promuovere lo sviluppo complessivo e l’integrazione della Ue, da cui dipenderà il benessere e la sicurezza di tutti. L’idea che la signora von der Leyen persegue è di grande portata, dal punto di vista psicologico, in quanto si tratta di far prevalere la sovranità europea, gestita dai popoli, sulle varie sovranità nazionali.

Altrettanto decisa è la presidentessa sul problema ambientale. L’Europa ha già lavorato sulla questione delle emissioni in atmosfera, ma occorre fare molto di più e molto in fretta, riducendole del 55% entro il 2030. Occorrerà muovere un trilione di euro a supporto degli investimenti per un’Europa verde, nei prossimi 10 anni.  Ciò avverrà anche attraverso la trasformazione di una parte della Banca europea per gli investimenti (BEI) nella Banca per il clima. Occorrerà varare una legge europea sul problema e pianificare gli obiettivi da raggiungere, fra cui il principale sarà rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

La politica fiscale nei confronti dei giganti del web sarà irrinunciabile, come anche la creazione di un fondo comune dell’Unione che serva a fronteggiare le conseguenze sociali di future crisi economiche, cioè disoccupazione di massa e precarietà. La povertà di alcune fasce sociali non dovrà essere tollerata. A ogni bambino saranno riconosciuti il diritto a una sana nutrizione, a un’istruzione efficace, all’assistenza sanitaria. Una società che non riconosca tali diritti ai più giovani non potrà pretendere che essi rispettino le sue regole quando saranno adulti. Il salario minimo universale dovrà essere realizzato e sostenuto. Le piccole e medie imprese, con la loro flessibilità e potenzialità nel creare innovazione e occupazione, dovranno essere aiutate a crescere, rendendo loro più semplice l’accesso al mercato dei capitali.

Particolare cura dovrà essere posta nell’affrontare il problema dell’immigrazione su cui gli euroscettici hanno costruito buona parte dei loro consensi. Le 17 mila persone annegate nel Mediterraneo negli ultimi 5 anni non lasciano spazio ad alcuna discussione. Il dovere di soccorrere chi rischia la vita per fuggire dalla guerra o dalla fame è un imperativo giuridico e morale, sancito da tutte le legislazioni del mondo. Non si tratta di un’emergenza provvisoria, si tratta di un’emergenza permanente o almeno di lunga durata. Il regolamento di Dublino dovrà essere rivisto, il sistema Frontex dovrà essere riorganizzato e rafforzato e dovrà disporre di almeno 10.000 operatori entro il 2024. Ma, per la signora von der Leyen, salvare vite umane non sarà sufficiente, perché occorrerà confrontarsi con le molteplici problematiche dell’integrazione. Tutti i Paesi membri dovranno farsi carico del problema in rapporto alle proprie possibilità e dovranno essere solidali, concretamente, con quelli che per la loro posizione geografica si trovano a essere più esposti alle pressioni migratorie.

La difesa dello Stato di diritto, elemento irrinunciabile dell’Unione e sua peculiarità identitaria fin dalla sua fondazione, non dovrà mai essere posta in discussione; neppure il carattere inclusivo delle istituzioni e delle leggi comunitarie e i principi di equità sociale ad essi sottostanti. Le discriminazioni di genere dovranno essere definitivamente eliminate e a questo scopo sarà costituita una commissione ad hoc.