Cento “pianeti B” a disposizione. Sarebbe un sogno. “Ci accontentiamo”, per ora, di osservare cento globi sparsi in alcuni degli angoli più belli di Milano. I globi sono parte dell’esposizione “100 globi per un futuro sostenibile” allestita dall’associazione WePlanet, la cui mission è proprio la salvaguardia del (l’unico) pianeta a nostra disposizione. Ciò attraverso progetti legati agli ambiti dell’arte, del design, della creatività.
Cento sfumature di sostenibilità
Cento artisti interpretano, in maniera più o meno visionaria, la loro idea di futuro sostenibile in un’esposizione d’arte e design en plein air che sarà visitabile fino al 7 novembre 2021. L’esposizione è diffusa in alcuni dei luoghi più simbolici della città: da Piazza Duomo a Piazza San Babila, da Via Cordusio a Piazza Affari. Aziende dei settori più disparati si sono fatte sponsor dell’iniziativa, affidando ad artisti di fiducia o studenti delle Scuole di Arte di Milano il compito di creare un globo che esprimesse la loro visione di sostenibilità. Così ogni globo incarna in maniera unica e differente un’idea di futuro sostenibile.
Siamo alla resa dei conti?
Nell’interpretazione visionaria di Federica Borghi, visibile nella Stazione Centrale di Milano, il futuro sostenibile non contempla la presenza umana, anzi. L’uomo ha innescato un’apocalisse ambientale e sociale senza precedenti. La conseguenza è che il pianeta prende fuoco e si vendica dell’incuria e della violenza generate dall’egoismo umano. Un intricato e colorato groviglio di volti sfigurati e brandelli corporei è ciò che rimane dell’uomo. È il momento del Giudizio universale, come recita il titolo dell’opera, della “resa dei conti”. Chi è causa del suo mal pianga se stesso, verrebbe da dire.
Il futuro è nelle nostre mani
Ma non tutto è perduto. Per Nicolò Canova, il futuro non deve essere così grigio come il presente. Nel globo “Our future in our hands”, collocato nella splendida cornice di Piazza Duomo, il futuro è colorato, come nell’immaginario di Federica. Ma in questo caso il colore è sinonimo di speranza. Il domani comincia dalle scelte di oggi, che dipendono da noi e di cui ciascuno è responsabile. Simbolicamente, ognuno è invitato a esprimere il proprio auspicio per un futuro sostenibile, lasciando un messaggio nella “buca delle lettere” che si apre nel globo.
Effetto domino
Se tutti ci adopereremo concretamente per un futuro più sostenibile, si genererà un vero e proprio “effetto domino”. È quello che mette in scena l’opera “React” di Fabio Pietrantonio, esposta in via Mercanti. Dalle radici che avvolgono la parte alta del globo “piovono” monetine. La pioggia di monetine rappresenta proprio la “reazione a catena” che ogni mutamento, anche il più piccolo, è in grado di innescare. Ma il cambiamento non può essere superficiale, e deve toccare le radici di un sistema sempre più insostenibile.
Il compromesso sostenibile
Una svolta sostenibile potrà verificarsi solo attraverso l’incontro fra tre dimensioni: mente imprenditoriale, cuore sociale, anima ecologica. Tra le esigenze di produrre reddito e lavoro, di favorire il progresso sociale e di tutelare l’ambiente. Nell’interpretazione creativa e al tempo stesso pragmatica di Oscar Di Montigny, queste saranno “Le tre vie per la salvezza” che dovranno” orientare il mondo”. Per questo il suo globo, collocato in corso Vittorio Emanuele, è sostenuto da tre sagome. Il futuro sostenibile dovrà necessariamente passare da un compromesso.
La più grande opera d’arte è il nostro pianeta
I globi della mostra, è evidente, hanno il merito di riuscire a incuriosire anche i passanti più frettolosi e distratti. Ricordando loro che, in fondo, la più grande opera d’arte è il nostro pianeta. E soprattutto, invitandoli a riflettere sul futuro che lo attende. Un futuro che non potrà prescindere dall’adozione di un approccio sostenibile e responsabile da parte di tutti. Nella realtà, non esiste un Pianeta B.