The sanctions imposed on Russia by the advanced economies are beginning to be felt
It is now quite clear that in the medium and long term the consequences of Russian aggression against Ukraine will be devastating for Moscow. As a global player, the Kremlin will be weakened from the moment Europe can avoid buying its oil and gas. Russia, which almost completely lacks a solid industrial structure, will pay the price for not having taken advantage of the huge revenues from hydrocarbon exports to build a truly productive and consumer economy. The flight of foreign capital, which used to contribute about 30% to GDP, cannot be easily compensated. The limitations imposed on the national banking system are causing problems of inflation and shortages of goods which are difficult to solve.
And the weakness of the former superpower was clearly seen when the Kremlin was unable to react in any way to the refusal of the West to pay Moscow’s exports in rubles.
Freezing dollar assets is not just Putin’s concern
All European chancelleries are making efforts to source essential energy supplies outside Russia, and some countries such as Qatar and Saudi Arabia are responding positively to requests. However, the real news is the willingness of exporting countries to accept payments in yuan. The Chinese currency is gaining ground on the dollar, not so much because of Beijing’s economic strength but because of a secondary consequence of the sanctions. The freezing of Moscow’s dollar reserves in American banks has not only scared the Russians. It has worried all the other hydrocarbon exporters who could find themselves in the same position as Russia in the near future for any unpredictable political reasons. In short, the dollar is more dangerous than the yuan, and the Beijing government is happy about that.
The European market is not easy to replace and those who lose it pay the price
In a couple of years, Russia will have to be able to redirect its massive oil and gas production towards China and India, but it will not be easy. Technological impediments and political expediencies would hinder this operation. For the two Asian giants, trade with the US and the EU is infinitely more important than Russian oil. They would therefore have no reason to risk being sanctioned for helping Putin’s government overcome the consequences of the ill-advised decision to conquer Ukraine.
Russia is alone and on the brink of an economic abyss. And, considering the fact that it is the second nuclear power on the planet, this cannot let anyone sleep soundly.
Le sanzioni comminate dai Paesi avanzati alla Russia incominciano a farsi sentire
È ormai abbastanza chiaro che nel medio e nel lungo periodo le conseguenze dell’aggressione russa all’Ucraina saranno devastanti per Mosca. Come attore globale il Cremlino si indebolirà a partire dal momento in cui l’Europa potrà evitare di acquistare il suo petrolio e il suo gas. Quasi completamente priva di una solida struttura industriale, la Russia pagherà lo scotto di non aver approfittato degli enormi introiti derivanti dall’esportazione di idrocarburi per darsi un’economia realmente produttiva e di consumo. La fuga dei capitali esteri, che contribuivano al Pll per il 30% circa, non potrà essere compensata facilmente. Le limitazioni imposte al sistema bancario nazionale stanno provocando problemi di inflazione e scarsezza di merci difficili da risolvere.
E la debolezza dell’ex superpotenza si è vista bene quando, al rifiuto dell’Occidente di pagare in rubli le esportazioni di Mosca, il Cremlino non ha potuto reagire in alcun modo.
Il congelamento dei patrimoni in dollari non preoccupa solo la Russia
Tutte le cancellerie europee si stanno impegnando a reperire fuori dalla Russia forniture energetiche essenziali, e alcuni Paesi come Qatar e Arabia Saudita rispondono positivamente alle richieste. Ma la vera novità è la disponibilità dei Paesi esportatori ad accettare pagamenti in yuan. La moneta cinese guadagna terreno sul dollaro non tanto per la forza economica di Pechino ma per una conseguenza secondaria delle sanzioni. Il congelamento delle riserve in dollari di Mosca presso le banche americane non ha messo paura solo ai russi. Ha preoccupato tutti gli altri esportatori di idrocarburi che potrebbero trovarsi nelle stesse condizioni attuali della Russia in un prossimo futuro per ragioni politiche imprevedibili. Insomma il dollaro è più pericoloso dello yuan e il governo di Pechino ne è ben contento.
Il mercato di sbocco europeo non è facilmente sostituibile e chi lo perde ne paga lo scotto
Fra un paio d’anni la Russia dovrà essere in grado di reindirizzare la sua massiccia produzione di petrolio e gas verso la Cina e l’India ma non sarà facile. Impedimenti tecnologici e convenienze politiche ostacolerebbero questa operazione. Per i due giganti asiatici il commercio con Usa e Ue è infinitamente più importante del petrolio russo. Dunque non avrebbero ragione di rischiare di essere sanzionati per aver aiutato il governo di Putin a superare le conseguenze della scellerata decisione di conquistare l’Ucraina.
La Russia è sola e sull’orlo di un baratro economico. E, considerando il fatto che è la seconda potenza nucleare del pianeta, ciò non può far dormire sonni tranquilli a nessuno.
Dello stesso autore leggi anche:
Europe, caution and defense – sistemi di protezione da attivare