The forgotten genocide – Il genocidio dimenticato

L'immagine è una foto a color seppia che mostra una donna seduta su un prato con qualche fiore qua e la. La donna è inquadrata dall'alto e tiene la testa tra le gambe e le mani sul capo, probabilmente triste o disperata
L'immagine by raica quilici è concessa in licenza con CC BY-SA 2.0

In the early thirties the Ukrainian people suffered a tragic food shortage that left a deep trace of hatred towards the Russians who had caused it.

Recently President Joe Biden officially accused Turkey of organizing a real genocide against the Armenian people during the First World War. The story was well known to historians and to those who were directly involved.

However, other genocides were perpetrated on which it has never been considered appropriate to put the spotlight. During and immediately after the First World War, the conquest of power by the Bolsheviks in Russia aroused great fears in all the most important European and extra-European chancelleries.

The Tsarist counter-revolutionary armies were supported and financed to suppress the new Soviet regime. So that, expeditionary forces were sent from France to Odessa, from England to Arcangelsk, from Japan to Vladivostok. The Red Army after a very bloody civil war remained master of the field, but the Russian people had excellent reasons to think that the West had joined forces to bring the Tsarist tyranny back to power.

There were obvious consequences: hostility towards foreigners and the belief to arm themselves as effectively as possible to repel any other attacks.

Genocide by starvation

However, creating and arming the military costs and the Soviet Union was in a state of indescribable economic precariousness. Money had to be found and could only be done by exporting goods.

Ukraine had long been Europe’s granary, due to the exceptional fertility of its land. The Kremlin had no qualms about committing huge quantities of grain for export, with no concern for the food that the local population needed. The result was a terrible famine between 1930 and 1931 which caused at least 5 million deaths, considering the entire territory of the Soviet Union.

The Moscow army was deployed along the Ukrainian-Russian borders to prevent the population from looking for food elsewhere. It was a massacre planned and coldly carried out, also to crush the independence spirit of Kiev.

What mentioned above would be sufficient to explain the reason for the mutual, deaf hostility that still animates the two sides in the war that has dragged on for years in the Donbass. The accusation of genocide, through a provoked starvation, has never been launched against Moscow, but we would not be surprised if, in the current climate of widespread warfare, it was brought to the fore by some media or diplomatic operation.


Il genocidio dimenticato

Nei primi anni trenta il popolo ucraino subì una tragica carenza di generi alimentari che ha lasciato una profonda traccia di odio nei confronti dei russi che l’avevano provocata.

Recentemente il Presidente Joe Biden ha accusato ufficialmente la Turchia di avere organizzato un vero genocidio ai danni del popolo armeno durante la prima guerra mondiale. La vicenda era abbastanza nota agli storici e ai diretti interessati.

Ma su altri genocidi non si è mai ritenuto opportuno puntare decisamente i riflettori. Durante e subito dopo la prima guerra mondiale la conquista del potere da parte dei bolscevichi in Russia suscitò grandi timori in tutte le più importanti cancellerie europee e extraeuropee.

Le armate controrivoluzionarie zariste furono sostenute e finanziate per soffocare il nuovo regime dei soviet. Inoltre veri e propri corpi di spedizione furono inviati dalla Francia a Odessa, dall’Inghilterra ad Arcangelsk, dal Giappone a Vladivostok a questo scopo.

L’armata rossa dopo una sanguinosissima guerra civile restò padrona del campo, ma il popolo russo ebbe ottime ragioni per pensare che l’Occidente si era coalizzato per far tornare al potere la tirannia zarista. Ovvie conseguenze furono l’ostilità verso gli stranieri e la convinzione della necessità di armarsi quanto più efficacemente possibile per respingere eventuali altri attacchi.

Un genocidio per fame

 Ma creare e armare un esercito costa e l’URSS si trovava in uno stato di precarietà economica indescrivibile. Occorreva trovare denaro e lo si poteva fare solamente esportando merci. L’Ucraina era stata a lungo il granaio dell’Europa, per via dell’eccezionale fertilità della sua terra.

Il Cremlino non si fece alcuno scrupolo nel requisire enormi quantità di grano da esportare, senza alcuna preoccupazione per le esigenze alimentari della popolazione locale. Il risultato fu una terribile carestia fra il 1930 e il 1931 che fece almeno 5 milioni di morti, considerando tutto il territorio dell’URSS.

L’esercito di Mosca si schierò lungo i confini ucraino-russi per impedire alla popolazione di cercare cibo altrove. Si trattò di un massacro programmato e attuato con freddezza, anche per stroncare lo spirito indipendentistico di Kiev.

Quanto detto sarebbe sufficiente a spiegare la ragione della reciproca, sorda ostilità che ancora oggi anima le due parti nella guerra che si trascina da anni nel Donbass. L’accusa di genocidio, tramite carestia provocata, non è mai stata lanciata contro Mosca. Tuttavia non ci stupirebbe se, nell’attuale clima di bellicismo diffuso, essa fosse portata alla ribalta da una qualche operazione mediatica o diplomatica.