«il Mediterraneo è stato lo scenario nel quale ho trascorso gran parte della mia vita, e ho dedicato alle sue terre e alle sue città migliaia di opere su carta, tele e soprattutto moltissimi quaderni che mi hanno accompagnato nei miei viaggi. Un viaggio sentimentale saltando attraverso l’immenso specchio azzurro il cui nome, secondo lo scrittore croato Predrag Matvejević, trae origine dal fatto di essere situato tra le terre, Terre dove sono nate le più grandi civiltà occidentali e la cui diversità culturale, linguistica ed etnografica lo rendono un luogo unico al mondo».
Pedro Cano
I germogli di una passione
L’interesse di Pedro Cano per i teatri era nato durante i viaggi svolti nell’arco di tutta la sua vita; luoghi particolarmente significativi per la loro intimità con la storia, con le vicissitudini dei popoli, con l’arte e l’architettura. Nella sintesi degli elementi di dettaglio come le colonne marmoree è racchiusa l’essenza dell’ordine architettonico, la sua plasticità e la sua austera severità.
Intenso è il modo disciplinato con cui sono campite e trattate le varie parti; ogni trama è densa di contenuto, sfumature, tracce, tessiture e le pennellate, solo apparentemente casuali. Esse sono in realtà il frutto di un sapiente lavoro e di una rigorosa disciplina grafica.
Il lavoro realizzato con i pennelli e le suggestioni che ne derivano rendono gli acquerelli di Pedro Cano un potente veicolo di informazioni. Tonalità di verdi, di marroni, di ocra e di nero; tutto contribuisce in maniera organica a fornire potenza espressiva al disegno.
I dettagli appena accennati assumono una forma completa, proprio perché una piccola parte ben proporzionata e sapientemente dipinta rimanda ai tasselli mancanti. Questo è un grande potere della tecnica dell’acquarello che è tanto apprezzata dagli architetti anche per la possibilità che offre di realizzare celermente zone colorate. Con essa si registra non solo ciò che si vede ed è tangibile ma anche ciò che è invisibile, sotteso, chiarendone finiture e tessiture complesse.
Pedro Cano padroneggia questa tecnica ad altissimi livelli riuscendo a fare emergere dalle sue opere ricchezza espressiva e complessità soggettiva. I suoi pennelli indagano la materia cercando di scoprire i punti e i piani dove la luce incontra l’essenza più profonda, rivelando l’organicità dei volumi, le modificazioni e anche le differenti stratificazioni tipiche dell’architettura.
Nelle profondità del colore
Il maestro sviluppa la sua tecnica per velature, sovrapposizioni, omissioni, e la stesura rapida del colore si fonde attraverso trasparenze, giochi di luce e ombra e atmosfere misteriose. Nell’opera si possono leggere le variazioni di toni tra le parti in primo piano e lo sfondo; i colori si coagulano in macchie, i raffinati effetti grafici sono a volte increspati e frantumati, in altri casi sembrano spruzzi.
L’occhio attento che guarda il disegno interpreta in maniera sempre oggettiva e personale il lavoro artistico. Ciascuno trasla nel quadro quelle che sono le sue capacità critiche di selezione, sintesi e intuizione e quindi ogni fruitore è in grado di compiere una lettura soggettiva del messaggio di Pedro Cano. Dal disegno traspare l’equilibrio che sta dentro ciascun acquerello, che trascende ciò che vi è materialmente rappresentato.
Con questo sguardo, il pennello degli acquerelli, i suoi taccuini di viaggio, il materiale fotografico e gli appunti personali, Pedro Cano ci presenta opere senza confini, frutto della sua esperienza di viaggiatore, ed offre la sua testimonianza e un pregiato omaggio al patrimonio culturale del Mediterraneo.
Riconoscimenti
Dall’11 novembre 2010 è stata istituita a Blanca la Fondazione Pedro Cano, che raccoglie in uno spazio museale circa duemila lavori dell’autore, tra i quali spiccano i notissimi quaderni di viaggio, preziose testimonianze che documentano le sue continue esplorazioni intorno al mondo.
È membro dell’Academia Real di Belle Arti di Santa Maria Arrixaca ed è stato insignito dal re Juan Carlos della “Encomienda de Nùmero de Isabel la Catòlica”.