Taliban recapture Afghanistan

Taliban recapture Afghanistan
Photo by Steve Evans from Citizen of the World - Afghanistan, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=25840325

After about twenty years of guerrilla, the Taliban fighters recapture Afghanistan. The US is forced to send 3,000 troops to safely evacuate its embassy personnel. So do the Canadians and the British who have to bring their fellow citizens back home before a showdown breaks out. Biden was convinced that the armed forces in Kabul would resist, but the situation worsened. Those who flee are not the foreigners only. It’s interesting to note that Afghans who have collaborated with Westerners as well as local mercenaries will have a special visa to enter the US. Women who do not want to live under the brutal Taliban regime with their children are already on their way to the West. Pessimistically, summary executions are expected alongside with amputations, stoning and other barbaric tortures looms. The population is terrified and the United Nations is silent, do to the obvious inability to intervene in the affair to protect the weakest.

Pakistan, China and India play their rule in the conflict

Pakistan has already opened a border crossing point for fleeing civilians. Beijing officials who hold more than one million Muslim Uyghurs in Xinjiang are very concerned. Xinjiang borders on Afghanistan, so you can easily think that the Taliban, having come to power, intend to take the side of the co-religionists. Indians also enter this complicated geopolitical chessboard. Actually, Islamabad and Beijing accuse them of supporting the Taliban who are suspected of organising suicide attacks in Pakistan. Attacks against Chinese workers involved in the construction of the Belt and Road that crosses the country. The Americans and the British spread it through the media: they will not recognise a government in Afghanistan that imposes itself by force of arms, threatening the country’s isolation. But the warning does not appear to be effective.

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I Talebani si riprendono l’Afghanistan

Dopo venti anni circa di guerriglia i combattenti talebani si riprendono l‘Afghanistan.  Gli Usa sono costretti a inviare 3.000 soldati per evacuare in sicurezza il personale dell’ambasciata. Lo stesso fanno i canadesi e gli inglesi che devono riportare in patria i propri concittadini prima che si scateni la resa dei conti. Biden aveva pensato a una tenuta delle forze armate di Kabul, ma la situazione è precipitata. Ma non fuggono solo gli stranieri. Gli afghani che hanno collaborato con gli occidentali, i mercenari locali avranno un visto speciale per entrare negli Usa. Le donne che non vogliono vivere sotto il brutale regime talebano insieme ai loro bambini sono già in marcia verso Occidente. Secondo i più pessimisti si profila lo spettro di esecuzioni sommarie, amputazioni, lapidazioni e altre barbare torture. La popolazione subisce terrorizzata e le Nazioni Unite tacciono, manifestando la palese incapacità di intervenire nella vicenda a tutela dei più deboli.

Pakistan, Cina e India giocano le loro carte nel conflitto

Il Pakistan ha già aperto ai civili in fuga un valico di frontiera. Molto preoccupati i funzionari di Pechino che detengono nello Xinjiang più di un milione di uiguri musulmani. Lo Xinjiang confina con l’Afghanistan e non è escluso che i talebani, arrivati al potere, vogliano prendere le parti dei correligionari. Anche gli indiani entrano in questo complicato scacchiere geopolitico. Islamabad e Pechino, infatti, li accusano di sostenere i talebani che si sospetta organizzino attentati suicidi in Pakistan. Attentati ai danni dei lavoratori cinesi addetti alla realizzazione della Belt and Road che attraversa il Paese. Americani e inglesi hanno reso noto tramite i media che non riconosceranno in Afghanistan un governo che si imponga con la forza delle armi, minacciando l’isolamento del Paese. Ma non sembra che l’avvertimento abbia sortito alcun effetto.