Nell’insolubile battaglia ideologica tra esprimere se stessi o spersonalizzare attori e performer sulle scene teatrali, la danza regala ogni genere di opzione, dagli albori della modernità alle ricadute nel nuovo millennio. Un caso interessante è quello di Virgilio Sieni, “artista del corpo” di lunga carriera, fin dai primi anni Ottanta, già direttore della Biennale Danza di Venezia (2013-2016), alla guida del Centro Coreografico Nazionale Cango a Firenze. È Vito Di Bernardi, specialista di teatro-danza orientale, docente all’Università La Sapienza di Roma, a dedicargli ora un volume, Ossatura (Bulzoni Editore) che raccoglie le esperienze e le voci del coreografo toscano, campione della contemporaneità, e di un maestro come Mimmo Cuticchio, marionettista e attore, erede della tradizione, in occasione della creazione comune Nudità.
Sieni (1958) e Cuticchio (1948) “cuntista” dell’Opera dei Pupi siciliana, cercano insieme la via per trovare nel corpo umano e in quello della marionetta il movimento puro, come fecero i teorici dell’innovazione novecentesca, Kleist, Schlemmer, Nikolais. L’uomo e il suo doppio distillano una ritualità di gesti e azioni che inducono a chiedersi “Chi muove chi?”. Di fatto Sieni, nella sua estetica depurata, ha danzato con la marionetta agita da Cuticchio, affermando “Per me la marionetta lavora sempre in sottrazione e mentre lavora in sottrazione aggiunge sempre qualcosa di più”.
Cuticchio chiosa: “I due corpi agiscono in contemporanea e dialogano tra di loro senza parola. Il corpo della marionetta viene lavorato da me insieme al lavoro di Virgilio, attraverso il suo corpo… È come un viaggio, c’è l’attesa, c’è il naufragio… Virgilio e io ci occupiamo dell’anima e del corpo”.
Di Bernardi, che ha seguito passo passo l’elaborazione di Nudità tra il 2017 e il 2018 si dice colpito non tanto dal carattere inusuale della collaborazione Sieni-Cuticchio, ma piuttosto dal radicalismo linguistico dello spettacolo. La marionetta come “arte della forma in movimento” offre materia per un modo diverso di fare teatro e fare danza, da investigare e porre in atto.
Il pupo-paladino Orlando, incorpora dal danzatore-Virgilio Sieni segni, posture, angolazioni, passi, per tornare pupo, spogliandosi del costume, e passare in silenzio dalle mani di Cuticchio, che ritma rapsodicamente il suo Cunto, a quelle di Sieni, mentre la luce si abbassa e il racconto si spegne. Un esperimento eterodosso che è possibile vedere da vicino nelle pagine di un testo appassionatamente sintonico con il progetto.