Sembra una questione semplicemente tecnica ma non lo è. Gli indici di edificabilità furono molto ridotti con l’adozione del nuovo Piano Generale Territoriale. Siamo all’esordio della amministrazione del sindaco Pisapia. Si voleva da parte delle forze politiche di centrosinistra che dopo più di vent’anni riconquistavano il Comune di Milano, dare un segnale di cambiamento. Finiti gli anni del Sindaco Albertini e della Moratti e con essi gli anni del boom Berlusconiano prima della crisi del 2008 con un’economia ormai in profonda crisi sembrava un’opzione felice quella che pur conservando le maggiori operazioni di rigenerazione urbana si andasse a ridimensionare le aspettative di crescita. Quindi riduzione drastica della edificabilità e controllo attento su espansioni urbane che divorassero terreno agricolo. Viene cancellata l’idea della Amministrazione Moratti di fare di Milano qualcosa di simile a Berlino. Farne cioè una città economica che costasse poco ,in cui le case soprattutto fossero abbordabile da qualunque ceto sociale e in particolare potessero essere comperate o abitate dai giovani. La sconfitta della Moratti portò a un cambiamento del piano e a un taglio drastico delle previsioni edificatorie. Non si prevedeva che le città nel breve volgere di pochi anni sarebbero tornate molto attrattive. Ed è esattamente quello che è successo. I grandi centri urbani non solo in Europa registrano tutti una crescita della popolazione dovuta a forti movimenti di immigrazione di forza lavoro qualificata e di popolazione giovane. Le grandi città e con esse Milano sono diventate dei magneti dove la crescita economica e il mercato del lavoro sono in assoluto più vibranti del resto del territorio nazionale. Sono la scena dove il settore tecnologico e quello dell’Education si radicano come fattori dominanti. Ma con il successo Milano è diventata estremamente cara. Non a caso come simbolo abitativo della città viene spesso evocato “Il bosco verticale” dell’Architetto Boeri, un edificio costosissimo fatto di appartamenti di lusso. Negli anni Ottanta, invece, un edificio simbolo dell’abitare a Milano era quello di Aldo Rossi al Gallaratese. Un’edificio di grande qualità architettonica ma anche spartano e poco costoso. Se si confrontano i prezzi degli affitti di Milano con quelli di Berlino la differenza è enorme. Vonovia la più grande immobiliare tedesca affitta a 6,50 a metro quadro mese. A Milano gli affitti dei monolocali sono tra i quindici e i venti euro al metro quadro al mese. La situazione è completamente scappata di mano al sindaco Sala. Con gli interventi di rigenerazione urbana proposti verranno messe sul mercato abitazioni troppo care anche per gli stipendi pagati dal settore tecnologico. Il maggior successo del Sindaco Sala è stato quello di rendere attrattiva Milano ai grandi Fondi di investimento esteri trasformandola nella capitale del Sud Europa. Ma l’altro aspetto basilare per gli investitori esteri era che Milano continui ad avere un mercato del lavoro con i profili professionali richiesti da un economia avanzata ma il tutto a prezzi inferiori rispetto a quelli di molte città europee in diretta concorrenza. Senza questo elemento salta l’equazione della redditività aspettata. Il Sindaco Sala farebbe bene a preoccuparsi di inondare il mercato con abitazioni a prezzi bassi quindi a aumentare l’edificabilità con edifici nuovi. La rigenerazione è troppo costosa. Servono edifici e quartieri come quelli progettati negli ultimi anni del Novecento da Vittorio Gregotti e Aldo Rossi.