Una riforma del lavoro che introduca un salario minimo rappresenta un cambiamento strutturale e permanente nella politica salariale di un paese. Questo tipo di riforma ha l’obiettivo di garantire un livello minimo di reddito per tutti i lavoratori, contribuendo a ridurre la disuguaglianza e a migliorare le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della società. Una volta implementato, il salario minimo diventa una caratteristica stabile del sistema lavorativo, che non necessita di rinnovi periodici, sebbene possa richiedere aggiustamenti in base all’inflazione o ad altri fattori economici.
D’altra parte, una misura come la defiscalizzazione temporanea del lavoro è spesso vista come un incentivo a breve termine. Questa può essere utilizzata come strumento di politica economica per stimolare l’occupazione o l’investimento in periodi di recessione o stagnazione economica. La sua natura temporanea permette ai governi di adattare o rinnovare la politica in base alle condizioni economiche correnti o alle priorità politiche, rendendola anche un argomento efficace durante le campagne elettorali.
In sintesi, il salario minimo è una misura di lungo termine con impatti profondi e duraturi, mentre le defiscalizzazioni temporanee possono essere adattate, rinnovate o revocate con maggiore flessibilità, rendendole strumenti politici versatile ma meno stabili nel tempo.