Da sempre l’essenza del romanzo tradizionale è raccontare storie attingendo dalla realtà, attraverso il filtro dell’artificio letterario. Le parole della scrittrice canadese Rachel Cusk, che da anni vive in Gran Bretagna, il luogo della Brexit e della fine del patto di adesione al contratto con l’Unione Europea, sono chiare: “Non vi è nulla di nuovo nello scrivere ispirandosi al mondo e a ciò che ci circonda”. E ancora “Il romanzo deve aspirare alla giustizia, alla verità e alla bellezza”.
Dalla tradizione alla contemporaneità
Ma di tradizionale non c’è nulla in Rachel Cusk che del romanzo fa brandelli mediante un processo di decostruzione, tipico del modernismo. Infatti la Cusk racconta storie orientate da esperienza vissute ma non censura e non si abbandona a stucchevoli o misurati romanticismi. Solo verità taglienti, a volte indicibili, che fanno della canadese, classe 1967, una voce provocatoria e anticonvenzionale.
Sono emblematiche le sue posizioni rispetto alla maternità, al matrimonio, al divorzio. I suoi romanzi, da lei stessa catalogati come lontani dai canoni borghesi, avversati dal modernissimo, trattano temi tipicamente femminili. Le donne del focolare e le loro funzioni, che Cusk disconosce, non sono figure incontestabili. La Cusk le pone in rapporto dialettico con il genere maschile. E invita a riflettere su quanto sia naturale e istintivo essere e sentirsi donna e quanta influenza invece provenga dalle convenzioni sociali dell’essere donna. Nonostante questa distinzione, l’autrice ammette che certi atti di vita umana, pur difficoltosi e carichi di valori di genere, come la maternità, possano essere splendidi momenti. Nel complesso mondo femminile dunque non tutto è dolori e sconfitte: l’importante è scegliere con consapevolezza.
Rachel Cusk e le sue posizioni femministe
Questa è la posizione di Rachel Cusk, donna intensamente femminista che ha dato alle stampe titoli come “Il lavoro di una vita. Sul diventare madri” uscito nel 2021 per Einaudi Stile Libero e “Aftermath: On Marriage and Separation“, nel quale Rachel Cusk racconta il proprio divorzio con toni crudi e distaccati.
Ultima uscita della Cusk è la trilogia composta da “Resoconti”, “Transiti” e “Onori”, tre libri che contengono storie che ne ospitano altre. Le vicende sono descritte con estrema raffinatezza di stile e scelta delle parole, così che la loro complessità aumenta passando dal primo all’ultimo. Una scrittura che stupisce perché inusuale, abitata da personaggi e paesaggi tipici della Cusk, tanto da meritarsi l’attribuzione del neologismo Cuskland, come un marchio di fabbrica. Proprio come il font utilizzato dall’autrice, sempre lo stesso, il “sans-serif Optima”.
Il genere, la verità e la giustizia
Una scrittrice acuta, che smantella le regole della scrittura ordinaria, sicura della forza propulsiva dello stile adottato. Autrice che, quindi, mette in discussione ciò che siamo, cosa ci influenzi e come procediamo nella nostra esistenza e che nella narrazione propende per evitare l’inevitabile, l’ineluttabile.
La Cusk trasferisce il tema del genere anche nell’arte: nel suo romanzo “Second Place”, del 2021, l’autrice attribuisce al mondo femminile lo strumento del linguaggio, docile e versatile e a quello maschile le arti visive, da lei definite statiche.
Rachel Cusk a Venezia, alla rassegna “Lo stato dell’arte”
Rachel Cusk e il suo approccio al tema della creazione artistica sarà oggetto del prossimo appuntamento a Venezia, al Teatrino di Palazzo Grassi il 2 dicembre, alle ore 18.00. L’incontro, dal titolo “Stuntman. L’artista e il suo doppio”, è organizzato nell’ambito della rassegna “Lo Stato dell’arte”, ideata da Palazzo Grassi – Punta della Dogana, che prevede due incontri all’anno con importanti personalità del mondo della cultura internazionale per una riflessione inedita sullo stato attuale dell’arte.
“Lo stato dell’arte” proseguirà il 10 maggio 2023 con la partecipazione di un’altra grande autrice contemporanea, la filosofa Judith Butler (Cleveland, 1956).
Il calendario completo della stagione culturale è disponibile sul sito di Palazzo Grassi, www.palazzograssi.it. alla pagina “calendario”.