Nel 2011 Avanguardia 21 Edizioni pubblica il libro “Pulsional Gender Art” di Vitaldo Conte. Le principali argomentazioni sono: i Corpi d’Arte Estrema e le Avanguardie in Arte-Vita come il Futurismo.
Su quei temi diversi intellettuali hanno aggiunto le proprie riflessioni. Segno questo, non soltanto dell’attualità di quelle topiche ma anche della loro fascinazione culturale.
L’archetipo avanguardistico
Roby Guerra, scrittore e blogger futurista, nota: «Pulsional Gender Art è uno di quei libri assolutamente innovativi, che squarciano come una saetta di Giove certa palude culturale italiana, spesso ostile al futuro (…). Conte traccia una storia parallela di certa avanguardia che viene dal novecento futurista-dada, implode/esplode nel secondo novecento (…). L’archetipo avanguardista (…) si espande infine e infatti nei giovani mutanti dell’era digitale e pre-post-Internet (…) sul divenire del secondo Novecento e primo Duemila transfuturista, transavanguardistico in senso globale, in certa cifra dinamica dionisiaca e technosex» (in ‘Spigoli & Culture’ magazine, 2012).
All’insegna della contaminazione
Lo stesso editore, Antonio Saccoccio, che è anche il teorico del Net-Futurismo, così delinea questo percorso contiano in un altro volume collettaneo intitolato Pulsional TransArt (Gepas, 2012): «Pulsional Gender Art. Un libro che sin dall’inizio non è solo un libro, ma un progetto, un percorso, un’intenzione, una visione. Ci deve essere qualcosa di speciale, a ben vedere, in un libro che coinvolge attivamente e in pochi mesi decine e decine di artisti, scrittori, filosofi, sociologi, tutti coinvolti nel mondo dell’arte estrema o in operazioni d’avanguardia in senso lato, anche se talora provenienti da circuiti e scene differenti, da aree di pensiero lontane. (…) Vitaldo Conte non ha certo bisogno di presentazioni. (…) è proprio la contaminazione (parola non a caso molto cara allo stesso Conte) una delle chiavi di lettura di Pulsional Gender Art e della poetica di cui il testo si fa portatore».
La ferita come segno
L’artista Marco Fioramanti, animatore di Night Italia, riconosce: «Finalmente un manuale che consente di fare luce e capire “l’arte estrema” degli ultimi decenni legata al corpo femminile. Vitaldo Conte, poeta, teorico e saggista d’arte, parte dall’analisi della “ferita” intesa come segno/immagine/tratto pertinente che diventa oggetto catartico in chiave estetica» (‘Articolo 33’, 2012).
La Extreme Art
Il critico d’arte e filosofo Carmelo Strano si sofferma sull’Arte Extreme intorno al corpo: «…Ma si affaccia un’arte sociologica fortemente collegata alla psiche. Anzi, il combine sociologia e psicologia si basa sul fatto che si dà forma alla propria pulsione in termini di performance e quindi di coinvolgimento della gente, e così infatti si va oltre il mero sfogo personale. Ne parla il critico e artista romano Vitaldo Conte, (…), impegnato in questo filone sin dagli anni 70-80. Il suo volume Pulsional Gender Art, (…), passa in rassegna su scala internazionale le manifestazioni artistiche.
Comunque arte o no (non tutti sono d’accordo), si tratta di comportamenti extreme. Performance, si diceva. E autoreferenziale. Sul terreno aggiornato della Body Art, il corpo torna protagonista dell’azione navigando per vari torrenti: segno-ferita, transgender, cybersex, human installations, beauty make up, sciamanesimo, e chi più ne ha più ne metta. Più estreme dell’extreme?
Eccolo: il postporno o l’anonymus hacker o le mistiche (e sì) del bondage, ossia, dirla con la poetica della vecchia star Christo, l’impacchettamento del proprio corpo stretto dalla corda talvolta fino al masochismo pericoloso. L’autore unisce un piglio stilistico asciutto e discorsivo (a mo’ di reportage, ma allo stesso tempo inventivo)» (‘La Sicilia’, 2012).
Poco dopo, su questi temi si tiene a Catania (presso Le Ciminiere, 19 maggio 2013, nell’ambito di Art FacTory 03S) un incontro-dialogo tra Strano e Conte. Ma già, nel novembre 2009 i due studiosi avevano redatto Il Manifesto della Pulsione.
La mistica di un percorso di vita-arte-pensiero
La dimensione sciamanica è presente nelle ultime espressioni d’arte del corpo estremo. Questo uso del sangue ha riferimenti nella teoria del sacrificio dell’antropologo e filosofo René Girard, in cui il taglio-ferita è visto in una duplice natura di violenza: può insudiciare o purificare, indurre gli esseri alla follia e morte, come pure a farli rinascere.
I Corpi d’Arte Estrema possono esprimere la mistica di un percorso di vita-arte-pensiero.
I flussi metamorfici della società “liquida
Il filosofo e saggista Giovanni Sessa scrive al riguardo: «Raramente, in particolare nell’ultimo periodo, ci è capitato di dover parlare di un libro, la cui effettiva comprensione implichi la decodificazione della sua densità contenutistica e della sua complessa stratificazione interna.
Ci riferiamo a una pubblicazione di Vitaldo Conte, (…), Pulsional Gender Art. Nelle sue pagine, l’autore presenta una concezione dell’arte in grado di cor-rispondere alle pulsioni vitali e al diffuso bisogno di conoscenza, non ancora an-estetizzati, dell’uomo contemporaneo, immerso nei flussi metamorfici della società “liquida”. (…) la contaminazione di generi e stili, asistematica, è sviluppata in saggi, come quelli di Conte, sospesi tra teoresi e critica “creativa”. (…) si evince come questa forma espressiva implichi il recupero della mistica estatica (…).
Quindi, il segno-ferita di cui dice Conte, testimonia, da un lato, la dimensione catartica e rituale della violenza, secondo la direzione indicata in noti studi da René Girard (…). La riconquistata significanza del corpo-simbolo, presentata dalle forme di arte estrema, può illuminare davvero di senso la nostra finitudine. Il dolore, la ferita, la lacerazione assumono, in questi contesti, valenze arcaiche e rituali, indicanti, come nelle autentiche tradizioni iniziatiche, il passaggio»
(‘La Rivista dei Dioscuri’ n. 4, 2011)
Le radici in Heidegger
La ricerca di un oltre del corpo è rintracciata da Valerio Zecchini, saggista e poeta post- contemporaneo (e futurista): «Gli obbiettivi ultimi di Conte sono profondamente radicati nella filosofia di Heidegger: infatti si avventura nella sperimentazione più estrema per ritrovare l’origine; e attraverso la pratica artistica, invoca potenze oscure e prepara l’avvento dei nuovi dei» (Arianna Editrice, 2012).
La pelle, segnata con il rossore del sangue, può esprimere narrazioni dell’anima e legami rituali. Non a caso artisti del corpo estremo si vestono di bianco nei loro eventi, in quanto Il bianco acquisisce intensità e innocenza proprio dal passaggio di un segno rosso. Come fa Gina Pane nella sua Azione sentimentale (Milano 1973). Ha un mazzo di rose rosse, da cui stacca le spine per conficcarsele nel braccio: togliendole, lascia poi colare un rivolo di sangue. Le rose rosse diventano bianche…
I contributi di Kyrahm e Julius Kaiser
Rossore nel bianco è un evento che si svolge al Mitreo Arte Contemporanea di Roma nel 2012.
Qui Pulsional Gender Art è oggetto di flussi metamorfici della società liquida in dibattito sull’Extreme Gender Art, inserito nel progetto “Human Installations web tv” di Kyrahm e Julius Kaiser, il cui lavoro è presente nel libro e nell’incontro. Il filo conduttore di pensiero-arte ricerca l’espressione di un rossore di sangue in colloquio con le dimensioni del bianco. In quel contesto Conte tiene una mostra. Ma sul Bianco e il Rosso ecco la voce di Kyrahm (2012): «presento il lavoro di Vitaldo Conte, la sua poetica del rosso e del bianco, la sua scrittura-pittura. Disegni privi di cornice, scribble dall’aspetto apparentemente non curato come certi ricordi sbiaditi che riconosciamo come appartenenti ad un’altra fase della nostra vita. Conte ci restituisce su carta il segno-ferita nostalgico della poetica di Gina Pane, il pensiero per immagini».