La scrittura-desiderio come dispersione d’arte nel Duemila
La scrittura del desiderio anima molteplici supporti per mezzo delle pulsioni dell’autore, che ne vuole fare una pelle (fisica, anche quando è metaforica) da “firmare” come propria presenza d’arte. Che vive anche attraverso le grinze e le abrasioni del supporto stesso.
Le grafie desideranti tendono naturalmente a sconfinare verso il “fuoripagina”. Queste, essendo espressioni fluttuanti, possono dilatarsi: in vibrazionali ambientazioni sinestetiche, in oggetti allusivi, nelle estensioni virtuali, ecc. Si espandono anche sul volto e corpo (fisico o fotografato) per ricoprirlo con molteplici segnali, divenendo talvolta Beauty Art. Le corpo-grafie emozionali, pur mantenendo sotto traccia le memorie e i brusii della parola, vogliono narrare le creazioni del desiderio. Le loro estreme seduzioni inducono l’autore a divenire un “amante artista” nelle erranze della propria esistenza-espressione: «L’innamorato è dunque artista» (R. Barthes).
La scrittura del desiderio vive attraverso un “corpo multiplo” di parole-immagini. Questo può divenire un visionario e collettivo “viaggio-racconto” da leggere in esposizioni d’arte. Come quelle che ho ideato sulla Dispersione della Scrittura-Desiderio in momenti e luoghi diversi.
Il primo momento si svolge a Roma e poi a Campi Salentina (LE) nel 1999[1], patrocinata dai rispettivi comuni e con il coinvolgimento delle Accademie di Belle Arti di Roma e Lecce. In un mio breve testo scrivo manualmente: “Il corpo/desiderio della scrittura è costituito da ‘frammenti’ che esprimono la dispersione di essere lingue perennemente ‘altrove’ ”. L’esposizione è costituita da artisti storici, segreti, nuovi sconfinamenti, giovani proposte. Esprimono l’erranza della scrittura d’arte che accompagna il viaggio/desiderio della teoria. Il secondo momento è costituito da due mostre che si svolgono a Foggia (comune patrocinante), Roma, Siracusa, Catanzaro nel 2000-01[2].
C’è, tra le indicazioni d’arte proposte, la firma del desiderio. Scrivo nel catalogo: “A volte, davanti a certe crepe, a macchie e ai colori sbiaditi dei muri e delle pareti, (…), ai detriti sparsi, ai graffiti e alle parole leggibili e non, scritti ovunque, entro in relazione con essi con lo stesso interesse che potrei nutrire verso alcune opere e pagine di un libro d’artista”.
L’autore storico di riferimento, in queste esposizioni, è Emilio Villa, di cui espongo dei lavori e libri, tra cui Le idrologie (1968) realizzate con Giorgio Cegna e Silvio Craia. Villa, nel suo discorso creativo con Piero Manzoni e le sue molteplici “firme” artistiche su supporti diversi (oggetti o corpi), ricerca la “firma” come propria significazione. Scrive: «… mi hai firmato – fermato, è vero, ma io te l’ho detto, te lo scrivo adesso, lo proclamo dal fondo che io sono stato già firmato, opera d’arte, già firmato da chi ha inventato la firma attiva (…). Firma la merda, firma i dischi volanti, firma la fuga universale. (…) tu devi firmare con l’anima» (E. Villa). “Firmare” il proprio piacere, come gesto d’arte, può significare dunque “siglare” un supporto qualsiasi, anche quello con una presenza breve e precaria.
Le istanze delle Scritture-Desiderio sono sviluppate nel mio libro Dispersione / scrivendo estremi confini (Ed. Pendragon, 2000), in cui entra l’espressione “Borderline” della pagina e dell’arte bianca.
La scrittura d’arte come estrema dispersione e mistica bianca
Scrivo nel mio testo sul catalogo (De Luca Ed.) della XIV Quadriennale / Anteprima (Napoli 2003-04), di cui sono commissario, a proposito delle scritture emozionali determinatesi negli ultimi anni: “La scrittura stessa, in molteplici sue espressioni, diviene segnatura, oltrepassando riconoscibilità e significanza linguistica, per disperdersi in geo-corpo-grafie, anche d’arte: segnaletiche, reperti di un mondo e di una civiltà con lingue di comunicazione spesso altrove». Concludo: «Del resto, una scrittura ultima, come viaggio-arte, pensiero, mistica e piacere, è spesso tentata dall’avventura bianca e vibrazionale. Le contaminazioni spingono oltre le proprie espressioni, non verso il suicidio dell’arte, ma verso proprie altre rigeneranti dispersioni, anche se mascherate, evaporate, trasferite altrove, nella quotidianità e nell’esistenza”.
La dispersione estrema dell’arte e della scrittura nel bianco è oggetto di riflessioni. Che mi inducono a curare una estesa esposizione sulle Mistiche bianche, a Reggio Calabria (Castello Aragonese) nel 2006, in cui presento testi e percorsi di bianca scrittura segreta.
Body Writer (Catania 2009)
La scrittura della pulsione ascolta le seduzioni delle molteplici pagine che l’accolgono, divenendo arte. Le corpo-grafie sono lingue di creazione sconfinante, in cui tutto è disponibile a divenire di-segno su qualsiasi supporto (tela, carta, muro, corpo, ecc.).
Esprimo l’indicazione Body Writer per la cura di una mostra a Catania (Le Ciminiere), nel settembre 2009, che dedico a Valentine de Saint-Point, l’autrice del manifesto futurista della Lussuria (1913). Con Body Writer intendo connotare una ulteriore possibilità espressiva della scrittura d’arte: quella di proporsi come un graffito di desiderio, fino alle sue estreme dispersioni. Questa grafia assembla ancestralità e incontri on the road, non sottraendosi nel contempo a rileggere culture, arcaiche e attuali. Rielabora esperienze dell’arte del ‘900 e ultima: poetiche segnico-gestuali e verbo-pittoriche, oggettualità varie, street art, fashion beauty art, ecc.
Scrivo nel testo dell’esposizione: “I body writers (…) liberano un painting che concepisce il suo “oltre”. Questo include, frequentemente, la fuoriuscita in evento e in oggettualità varie, stringendo rapporti di contiguità con il mondo della musica, dell’arte di strada, dello spettacolo. Questa creazione si addice ai transiti non catalogabili, in quanto è fusione di linguaggi e media. Come quella che guarda, con nuove modalità espressive e di intento, le generazioni del Graffittismo. Il gioco/piacere della costruzione artistica ricerca, talvolta, l’opera “a più mani”, come per conferire una maggiore imprevedibilità alla sua composizione”.
«Tempi di writer – scrive Carmelo Strano (La Sicilia, 11 settembre 2009) – anche nel senso in cui lo intende il critico e artista Vitaldo Conte: grafia artistica come pulsione individuale e sociale. Da qui la presenza dell’americano Paul Kostabi & GA.NT. nella mostra Body Writer (…) presso Le Ciminiere a Catania. Autrice di “muri-desiderio” (grafie) è Laura Baldieri alla quale si aggiungono Tiziana Pertoso, Gabriella Ferrera (tra fashion e pittura pura), Vitaldix (versione creativa del curatore dell’iniziativa), i cui dipinti esprimono pulsione non alla Pollock ma pacatamente alla Klee. Di rilevante valore registico e fotografico è il video A People of Woman (…). Lo ha prodotto Marilena Vita».
Franco Spena su ‘Ippocrene’ (2009) attraversa gli autori dell’esposizione: «Poiché è il corpo il protagonista della mostra Body Writer (…) si pone quasi come dialogo fra segni, scrittura che si inserisce tra quella naturale, non intenzionale delle grafie immobili che costituiscono le pareti (…). Si comprende così l’incrociarsi delle esperienze degli artisti come quelle a più mani di Vitaldo Conte e Tiziana Pertoso, l’uno teso verso l’essenzialità del segno trafitto dal simbolo della rosa rossa quasi accordo di passione e di lussuria, l’altra che scrive segni scuri al limite della visibilità, quasi tessiture, ragnatele da cogliere tra atmosfere notturne. Il rosso è anche il colore che affiora come una ferita nelle tele di Laura Baldieri (…). Ancora scritture nelle “corpo-grafie” di Gabriella Ferrera, sulle labbra-passione e sulle mani come tatuaggi (…). Viaggio nella scrittura sensuale come le onde del deserto nei corpi di donna fluttuanti di Marilena Vita che nel video si animano (…) o come viaggi ancora nella scrittura sintetica nello spazio concluso della galleria di Paul Kostabi & GA.NT. che traduce tracce e segnali del graffitismo metropolitano in segni e lettere che si caricano di inquietanti e inattesi valori simbolici. Vitaldo Conte si presenta anche come Vitaldix elaborando il manifesto futurista della Lussuria di Valentine de Saint-Point».
Pulsione, Manifesto (2009)
Con Carmelo Strano, redigo (2009) uno sconfinante Manifesto della Pulsione, imprevedibilmente, «in una serata di bicchiere semivuoto, abbiamo buttato giù, d’istinto controllato, un Manifesto della Pulsione. (…) le azioni artistiche e parartistiche che Conte progetta sono momento di esemplificazione attiva e cogente a causa dell’imperativo della pulsione. (…) Velleità, utopia, azione autentica (e come potrebbero non esserlo se c’è la spinta della pulsione?)» (in Body Writer: pulsione di sconfinamento, Gepas 2010).
Rosa Lussuria ed Eros Pagina d’Arte (Lecce 2010)
L’esposizione Body Writer a Catania (2009) e le successive mostre Rosa Lussuria ed Eros Pagina d’Arte – a Lecce (Biblioteca N. Bernardini) nel 2010[3] –, sono dedicate a Valentine de Saint-Point, l’autrice del manifesto futurista della Lussuria (1913), che annota a proposito: «Occorre trasformare la lussuria in un’opera d’arte». Espongo, nella seconda mostra, una copia originale del suo manifesto.
In collegamento con la prima mostra di Lecce presento Ultime riviste futuriste, tra cui ‘Futurismo-Oggi’. Questa fu l’ultima rivista e riflessione delle generazioni storiche del Futurismo. Attiva a Roma dal 1969 al 1993, fu diretta da Enzo Benedetto (1905/1993), poeta e pittore: «Rose rosse, lussuria e Futurismo sono i fili conduttori della mostra curata da Vitaldo Conte…. Un insieme di oggetti e di opere che vogliono rievocare l’idea dell’arte globale e dell’eros come forza propulsiva dell’esistenza» (‘Nuovo Quotidiano’, 2010).
L’ipotesi Body Writer della Rosa Lussuria – come creazione della pulsione sconfinante – coinvolge due artiste, che collaborano in plurigrafie con me o con il mio alter ego creativo Vitaldix. Laura Baldieri “traccia” epidermici percorsi di scrittura pittorica, che alludono a graffiti sui muri-corpo: diventano diari oltrepelle, estensibili alla manipolazione grafico-digitale. Tiziana Pertoso “tesse” ragnatele segniche, che emergono, talvolta, come corporeità e presenze oggettuali: lampade, magliette e maschere dannate che si congiungono con la Nail Beauty Art. La rosa rossa diviene, in queste creazioni di lussuria, una lirica presenza di corpo-grafia che “scrive” il desiderio, anche attraverso la “fuoriuscita” fisica nell’evento.
Eros Pagina d’Arte è la seconda mostra che curo a Lecce (Biblioteca N. Bernardini) nel 2010. La lettera fra pensiero e desiderio è una indicazione dichiarata. Presento la comunicazione di pensiero attraverso il colloquio epistolare fra il filosofo Julius Evola e il poeta salentino Girolamo Comi. A latere riproduco in poster i nudi femminili dipinti di Julius Evola per presentarli come alchemici manifesti visivi del suo libro Metafisica del sesso.
La lettera può essere anche un genere letterario, particolarmente predisposto a esprimere il coinvolgimento emotivo e quello d’amore, come nel caso di due poetesse scomparse che ho voluto ricordare: la siciliana Mariannina Coffa (1841-1878), la capinera di Noto, autrice delle struggenti Lettere ad Ascenso, e la tarantina Giovanna Sicari (1954-2003), curatrice del libro di lettere La moneta di Caronte (Spirali / Vel, 1993).
La mostra diviene un “racconto” d’arte attraverso le carte-desiderio (lavori e documentazione) di autori (storici, di ricerca) che avevo avuto come riferimento o compagni di percorso, tra cui: L. Pignotti, F. Verdi, E. Villa, W. Xerra, T. Binga A.G. Cavellini, D. Damato, V. Fava, F. Pasca, ecc. Ci sono anche le lettere-poema d’amore di alcune autrici segrete che avevano condiviso momenti del mio percorso di eros-arte-vita.
Pulsional Art, un incontro a Catania (2013)
In occasione dell’uscita del mio libro Pulsional Gender Art (Avanguardia 21 Ed., 2011) dialogo con Carmelo Strano sulla pulsione come percorso di creazione in Art FacTory 03, a Catania (Le Ciminiere) il 19 maggio 2013. «“L’importante è pulsare. Vitaldo Conte fa pulsare in maniera estrema, il suo è quasi un accanimento terapeutico, convinto di poterci guarire dalla noia, dall’incapacità, dalla rassegnazione, dalla mancanza di volontà”, dirà in quell’occasione Carmelo Strano. … “Questo virus sano è ciò che serve” sostiene Vitaldo Conte, “perché se non pulsiamo non andiamo da nessuna parte”. Pulsione è anche rabbia, reazione, ribellione”» (‘Chair Magazine’, 2013).
La pulsione calamita dunque la creazione nella realtà, facendola divenire un interiore manifesto per l’autore.
NOTA. Parti del testo sono pubblicati online su: ‘Culturelite’ (9 maggio 2018); ‘Critica Impura’ (31 luglio 2018).
[1] Scrittura-Desiderio Dispersione, mostra a cura di V. Conte: Chioda, Roma; Caso Prato Calabrese, Campi Salentina (LE); 1999. Catalogo. Tra gli autori delle opere esposte: E. Villa con G. Cegna, G.A. Cavellini con C. Costa, W. Xerra, F. Falasca, P. Ferri, L. Baldieri, M. Mantoan, D. Damato, T. Ottonieri, W. Telis, ecc.
[2] Dispersione, mostra a cura di V. Conte: Palazzetto dell’Arte, Foggia; Chioda, Roma; Galleria Civica, Siracusa; Galleria Prometeo, Catanzaro; 2000-01. Catalogo. Tra gli autori delle opere esposte: E. Villa con G. Cegna, L. Pignotti, W. Xerra, D. Damato, O. Liuzzi, M. Lambo, F. Spena, P. Ferri, T. Binga, V. Fava, T. Ferro, W. Telis, E. Valdo.
[3] Rosa Lussuria, mostra con e a cura di V. Conte, Biblioteca Prov.le N. Bernardini, Lecce 2010. Opere di T. Pertoso, L. Baldieri, Vitaldix. Catalogo (Ed. Il Raggio Verde, 2009). Nell’occasione sono esposte Ultime riviste futuriste (Futurismo Oggi e nel Salento).