MARIO CONSERVA – Intervista a Mahmood Daylami, segretario generale del Consiglio dell’Alluminio nei Paesi del Golfo (GAC), con sede a Dubai. Al suo attivo oltre 30 anni di esperienza nel Golfo.
Credi che l’Unione Europea abbia una funzione importante nell’assicurare al continente un ruolo di rilievo in campo politico, economico e sociale nello scenario globale? Dal tuo punto di vista, come valuti il peso dell’Ue nella politica internazionale?
“Sono convinto che l’Unione Europea possa giocare un ruolo più significativo in tutti i campi rispetto a quanto faccia attualmente, qualunque sia l’influenza economica del mondo o la sua stabilità politica, sociale, culturale e generale. Purtroppo, a causa dei suoi problemi strutturali, l’Unione Europea rimane debole e ha un’esigua influenza di fronte alle decisioni prese dagli Stati Uniti. Penso, ad esempio, all’accordo sul nucleare e alla debolezza delle istituzioni finanziarie che non sono indipendenti”.
In riferimento all’importante segmento industriale che rappresenti, la produzione dell’alluminio, come giudichi le relazioni commerciali tra l’Unione Europea e i Paesi del Golfo?
“Le relazioni commerciali tra l’Unione europea e i Paesi del Golfo sono sbilanciate e il surplus è in favore dell’Unione Europea per 100 miliardi all’anno. Questo impone tuttora tariffe sull’alluminio importato in EU, nonostante le acute carenze e la crescente domanda. Purtroppo, l’accordo di libero mercato tra le due regioni non ha risolto la situazione e la discussione si è interrotta”
Hai specifici commenti o opinioni su questo? Inoltre: in merito ai rapporti tra cultura e società, pensi che l’Unione Europea abbia mantenuto un profilo sufficientemente alto nei suoi programmi di sviluppo? Dal tuo punto di vista è un modello da seguire in quest’area?
“I più forti tratti distintivi dell’Unione Europea sono la sua cultura, la sua storia, la sua arte e la musica, che hanno una storia secolare. Nonostante sembri ci sia una certa reticenza a usare la cultura come mezzo per avvicinare le differenti nazioni e culture, l’Unione Europea può e dovrebbe fare ancora molto”.
In rapporto alla tua esperienza professionale, hai particolari suggerimenti da indirizzare alle istituzioni?
“Abbiamo un detto nei Paesi del Golfo: “I cittadini di una nazione conoscono la direzione meglio delle persone esterne”. Comunque, da esterno, ritengo che il ruolo dell’Unione Europea a livello internazionale possa essere molto più forte e influente di quanto non sia oggi. Da un punto di vista economico, dovrebbe controllare il suo destino. Politicamente c’è bisogno di giocare un ruolo più attivo ed equilibrante e di usare la sua ricca cultura per costruire ponti tra le diverse società”.