Novecento, non è solo l’arco storico che ha visto due guerre globali, la spinta alla modernizzazione industriale con ricadute sulla quotidianità e sul futuro. Il “secolo breve”, delle conquiste politiche femminili, delle avanguardie culturali moderniste e post moderniste, delle nuove tecniche, dell’industria, del boom economico. E molto ancora.
Ma, lontano da tutto questo, “Novecento” è anche il titolo di un testo di Alessandro Baricco pubblicato da Feltrinelli nel 1994. Novecento è un nome proprio, quello del pianista sull’oceano. È un bimbo salvato dall’abbandono dal marinaio della nave Virginian, Danny Boodmann, e cresciuto sul transatlantico dei migranti europei verso il Paese del sogno, l’America. Novecento vive di e con lo swing, il ragtime e suona, diventando una leggenda della musica. Mentre il Virginian solca le acque agitate e i ricchi ballano nel salone di prima classe, spensierati, sulle leggere note jazz, Novecento diventa un uomo. La sua vita è l’ininterrotta musicale navigazione nell’ambiente protetto dell’imbarcazione e la sua esistenza finirà senza che lui tocchi mai la terraferma.
Il teatro più antico di Milano, il Litta, è tornato ad ospitare spettacoli dopo un fermo di mesi per il ripristino di un importante cedimento strutturale e la necessità di coprire le spese con una campagna di sensibilizzazione che sarebbe manna dal cielo per tutti i luoghi di cultura. E ora è il turno di Novecento raccontato da uno splendido Corrado d’Elia.
Sullo sfondo le scene sono semplici ma efficaci per rendere il senso del viaggio e sul palco c’è solo lui, il narratore Tim Tooney/Corrado d’Elia che movimenta il palco con quattro cubi bianchi dai quali sale e scende; mentre uno sgabello tondo per pianoforte è il posto di Novecento, il suo osservatorio sul mondo. Un punto di vista speciale e privilegiato, l’occhio sulla miseria e la fortuna, sulla debolezza e la costanza, sulla realtà e il sogno.
Grazie ad alterazioni timbriche della voce, d’Elia veste i panni dei musicisti della jazz band, di Novecento e di tutte le figure che sono parte della vita del pianista errante sulle acque, riproducendo il colorito paesaggio umano che abita il transatlantico. Come se raccontasse una fiaba, Corrado d’Elia rapisce con la sua duttile recitazione e i “ripetendo” che danno ritmo e progressione alla storia, insieme alle luci che danno la giusta profondità ai quadri.
Il Novecento di d’Elia, anche regista del lavoro, è un delicato racconto sulla sopravvivenza sublimata in esistenza, sull’inconsapevole fortuna figlia della cattiva sorte, sul talento e la determinazione, sulle rinunce e le vittorie “su misura”.
Successo pieno per Corrado d’Elia, attore e regista estroso, eccellente nei monologhi a più voci come “Novecento”, ma anche autore. Si considerino, ad esempio, Io, Steve Jobs, Io, Ludwig Van Beethoven, Io, Moby Dick. Un poliedrico uomo di cultura e spettacolo, un importante riferimento nel panorama del teatro italiano.
Novecento, di Alessandro Baricco, diretto ed interpretato da Corrado d’Elia; scene Francesca Marsella; tecnico luci Alessandro Tinelli; tecnico audio Matteo Gobbi; grafica Chiara Salvucci; foto di scena Angelo Redaelli; produzione Compagnia Corrado d’Elia; organizzazione Afra De Santi.