Sono ormai settimane che i teatri, i cinema, in generale tutti i luoghi della cultura sono chiusi per l’emergenza sanitaria in atto, ormai dappertutto nel mondo. In Italia i cartelloni sono saltati e il pubblico, dal chiuso delle proprie stanze, è alla ricerca delle iniziative più vicine alle proprie passioni.
Lo Spazio Teatro No’Hma, diretto da Livia Pomodoro dopo la morte della fondatrice, la sorella Teresa, ha inteso portare i propri spettacoli a casa del pubblico, direttamente. Così, The Handmaid’s Tale va in scena a casa della protagonista Viola Graziosi e arriva nelle case di tutti in streaming, tramite il canale Youtube del teatro. Lo abbiamo visto in diretta il 25 e 26 marzo alle ore 21. Poi registrato, e quindi sempre disponibile.
Il testo è una riduzione drammaturgica del Racconto dell’Ancella, scritto da Margareth Atwood del 1985 e basato su temi molto attuali. In un tempo non meglio identificato, ma nello seconda parte degli anni ottanta, uno shock dell’ambiente, con liberazione di tossine, veleni e virus, determina il crollo del tasso di natalità. Le signore hanno fanno tesoro delle lotte scoppiate negli anni sessanta e settanta e si sono emancipate. Lavorano e guadagnano. Hanno un conto corrente e pagano con la carta di credito. La moneta si è estinta e domina la finanza “di carta”. Hanno però perso la loro identità di madri, ruolo che non intendono o non possono ricoprire. Ma c’è un problema: la sopravvivenza dell’essere umano stesso è messa in discussione. Il potere di decidere sta nelle mani di chi ha il potere di generare.
Dunque l’autrice immagina che un colpo di stato dell’esercito trasformi la società, privando di ogni libertà gran parte delle donne. Quasi tutte sono relegate a vivere espiando i peccati di quando avevano la “libertà di”, e sono ancelle delle mogli dei comandanti. Altre sono le addestratrici, poste ai punti di comando, col compito di rieducare le donne una volta libere, ora fattrici e nulla più.
L’ancella che racconta è Viola Graziosi, voce, volto, corpo presente da casa sua. La regia di Graziano Piazza, attore e regista, è in grado di supplire efficacemente alla mancanza di tutti i supporti scenici che un teatro garantisce. Tra l’altro, questa produzione è perfettamente adatta alla fruizione televisiva: attraverso un monitor i caratteri teatrali trovano sublimazione. Viola è sempre in primo piano. Attraverso la sua profonda, dolorosa, coinvolgente recitazione, si supera l’artificiosità del medium e siamo là, con lei, a teatro.
Vediamo le lacrime scendere sul suo volto, percepiamo la sofferenza che si sprigiona dal ricordo della madre e della figlia e dalla consapevolezza che tutto sarà normale solo quando vi saranno donne senza ricordi, senza dolore e senza rimpianti. Le donne della nuova generazione che non hanno conosciuto sentimenti, affetti e libertà di vivere. Donne fattrici, senza amore, che non potranno pensare che “un uomo è la strategia di una donna per fare altre donne”, come recita il testo. Ma ancora capaci di usare un grande potere: quello del perdono.