Oggi vorrei considerare una figura che è stata alla base di ogni discorso sulla moralità e sull’eticità elaborato dalla cultura occidentale: la metafora della nave e del suo timoniere. Il timoniere è colui che comanda la nave. Come vede la modernità il problema del timoniere, metafora di ogni potere? La modernità afferma che egli è colui che sa e quindi può prevedere: conosce perché prevede, prevede perché conosce. Questa sarebbe la grande abilità di colui che comanda. Si pensa così ad un legame tra esperienza/conoscenza/pre-visione. Ma per i greci il significato principale non era questo. L’abilità del timoniere stava nella capacità di rispondere a ciò che non è pre-vedibile.
C’è una notevole differenza tra sapere come previsione e sapere come apertura all’inaspettato. Nel primo l’evento è il dato, nel secondo il possibile; nel primo tutto è determinabile, nel secondo è meraviglioso; nel primo l’evento si deve e si può catturare; nel secondo l’evento è tale perché libero; nel primo il possibile è iperdeterminato; nel secondo indeterminato; nel primo l’ordine dà senso al caos; nel secondo l’ordine è una delle variabili possibili del caos: nel primo la vita è “a disposizione”, nel secondo la vita è vita; nel primo il comando è un dominio; nel secondo è un servizio. Il servizio del timoniere che si mette al governo della metaforica nave.
Il digitale è un mare aperto, un sapere aperto all’inaspettato e il suo comando è nel e per il possibile.