Dopo la rielezione di Mattarella alla presidenza della Repubblica, Matteo Salvini ricomincia la sua terza vita politica partendo da Milano. La vecchia sede trasandata e trascurata di via Bellerio, periferia Nord di Milano con vista su snodo della tangenziale, accoglie il consiglio federale della Lega. Lì si cerca di battezzare il nuovo corso politico del partito ora capitanato da Salvini, basato su una maggior partecipazione degli organi dirigenti alle decisioni cruciali.
La prima vita di Matteo Salvini, a Milano
Nella sua prima vita, quando Umberto Bossi era l’indiscusso capo della Lega, Salvini faceva il consigliere comunale: un lungo e utile apprendistato. Dal 2013 la seconda vita. Diventa segretario della Lega e la trasforma in partito nazionale. Ad accompagnarlo nell’ascesa c’è Luca Morisi, che cura la comunicazione. Salvini diventa un leader nazional-populista. Siamo nei giorni del secondo mandato presidenziale di Napolitano. Quasi dieci anni di successi, con la partecipazione al primo governo Conte con l’incarico di ministro degli interni. Finisce con il tonfo del Papeete e la caduta del governo Conte uno.
All’opposizione in Italia e il favorevole panorama internazionale
Salvini e la Lega vanno all’opposizione. Sorprende tutti nel 2021 con la voglia di inaspettato realismo e la partecipazione al governo Draghi, ma forse è l’ala governativa della Lega – quella che fa capo a Giancarlo Giorgetti e ai governatori delle regioni – che riesce a imporsi. Finisce il sodalizio con Luca Morisi e si chiude un periodo. Nel mezzo c’è stata la Brexit, l’elezione di Trump a presidente USA, poi Bolsonaro presidente del Brasile, quindi il successo delle nuove destre europee Marine le Pen in Francia, VOX in Spagna e di AFD in Germania.
Il sostegno al Governo Draghi
Questo è passato, si chiude con il populismo nazionalista e il sovranismo. Sono discorsi politici diventati poco utili. Servivano quando la Lega, nei progetti di Salvini e Morisi, voleva diventare un partito nazionale e andare a prendere voti anche dove le strutture sociali erano completamente estranee a quelle che avevano assicurato il successo della Lega. Ora Salvini sostiene il Governo Draghi e antepone la stabilità di questo all’incertezza di elezioni anticipate.
Sondaggi e concorrenti
Viene accreditato dai sondaggi appena sotto il 18% delle preferenze. È una doccia fredda visto che nei momenti migliori a metà della legislatura in corso era sopra il 30%. I concorrenti, sia a destra che nel centro, stanno mettendo in difficoltà Salvini. Basti pensare a Giorgia Meloni, che ha il vento in poppa con il 20% delle preferenze, ma anche al centro in fase di riorganizzazione.
Milano, la terza vita di Matteo Salvini
Luca Morisi si è fatto da parte. Le rilocalizzazioni e il reshoring industriale fanno dire agli industriali del Nord Italia e di Milano che il cuore della Lega deve battere per la ricostruzione industriale dell’Italia. Ciò soprattutto nelle regioni del Nord Italia. E se Giorgetti è incompatibile con Morisi, ormai fuori dai giochi, Salvini non è più solo al comando. Dunque, la sua terza vita politica torna tutta a gravitare su Milano. Il governo Draghi vale solo per gli interessi dei suoi elettori, che non sono più quelli di tutta l’Italia.
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