“Passage”: it’s an exhibition dedicated to Birdman by Marco Agostinelli, award-winning visual artist and director. The show is underway in Venice, at the Castello gallery 780, until January 2022, curator Annamaria Orsini with the collaboration of Orseola Barozzi.
Marco Agostinelli’s work, Eyes made of Murano glass
A special initiative due to the fact that the artist presents “Birdman”, a man-bird figure of about three and a half meters high in whose belly a silver egg is allocated and whose eyes are made of Murano glass. We deal with an mpressive, stately and menacing creature, but which is at the same time fearless and proud. It is the result an assembly of waste materials coming from Venetian shipwrights building gondolas.
Myth at Easter Island
A real spiritual action has been made by artist living in Venice. He is inspired by Tangata Manu’s anthropo-zoomorphic figure, a warrior who was consecrated as a god for a year, having conquered, after having overcome hard dangers, the first egg of a bird on the slopes of the Rano Kau, a volcano on Easter Island.
A sculpture that pushes us to think
The competition with other warriors represented not only the safeguarding of that world and its myths, but also the search for a rebirth. This is the meaning that Agostinelli has given to his installation, which from time to time grows enriched with other materials. The work does not give any answers but invites us to think. “In this space of meditation and thought, of shadows and light, Birdman is near to prepare a new metamorphosis by bestowing a gift to all of us: the gift of his voice” (from the curator’s text).
Two concerts
During the opening of the exhibition (at the end of last October), Emanuel Dimas de Melo Pimenta, a composer, artist but also an architect and scholar of thought through virtual reality, performed two concerts. One was a short live flute solo taken from the 1999 Olivestone concert he had composed on the occasion of a project dedicated to Joseph Beuys; the other was a sound installation linked to the exhibition with songs of birds from various parts of the world, robotic voices and poems from many cultures of the planet.
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Marco Agostinelli, mito e metamorfosi
È in corso a Venezia, alla galleria Castello 780 (fino Febbraio 2022) la mostra “Passage” di Marco Agostinelli, artista visivo e regista pluripremiato, a cura di Annamaria Orsini con la collaborazione di Orseola Barozzi.
Una nera scultura zoomorfica
Un’iniziativa singolare per via che l’artista presenta “Birdman”, figura uomo-uccello alto tre metri e mezzo circa nel cui ventre è allocato un uovo d’argento e cui occhi sono di vetro di Murano.
Mito nell’isola di Pasqua
Birdman è reatura imponente e minacciosa, ma allo stesso tempo impavida e fiera, che prende vita attraverso un assemblaggio di materiali di scarto provenienti dai maestri d’ascia veneziani intenti a costruire le gondole. Un vero e proprio atto spirituale, quello dell’artista umbro domiciliato a Venezia. Egli si ispira alla figura di Tangata Manu, guerriero consacrato come un dio per un anno, per aver conquistato superando pericoli inauditi, il primo uovo di un uccello alle pendici del vulcano Rano Kau nell’isola di Pasqua.
Una scultura che ci spinge a pensare
Nell’isola di Pasqua la competizione fra guerrieri rappresentava la salvaguardia di quel mondo e dei sui miti, ma anche la ricerca di una rinascita. È questo il senso che Agostinelli ha dato all’installazione che di volta in volta nel tempo si arricchisce di altri materiali. L’opera non dà risposte ma invita a riflettere. Come scrive la curatrice, “In questo spazio di meditazione e di riflessione, di ombre e di luce Birdman si appresta a compiere una nuova metamorfosi elargendo a tutti noi un dono: Il dono della sua voce”.
Due concerti
Durante l’inaugurazione della mostra (fine ottobre scorso), Emanuel Dimas de Melo Pimenta, compositore, artista ma anche architetto e studioso del pensiero attraverso la realtà virtuale, ha contribuito suonando un breve assolo di flauto tratto dal concerto Olivestone, del 1999, in un progetto su Joseph Beuys e dedicato a Lucrezia De Domizio Durini. Inoltre l’artista portoghese ha interferito nella mostra con una sua un’installazione sonora con canti di uccelli da varie parti del mondo, voci robotiche e poesie di molte culture del pianeta.
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