Tre donne e un uomo
L’elezione del Presidente della Repubblica richiede che gli elettori si presentino con molte opzioni. Milano ne assicura almeno quattro. Appoggiata da Silvio Berlusconi, prima candidata è Letizia Moratti. Assessore alla Sanità della Lombardia, ministra di due governi Berlusconi, vedova di Gian Marco Moratti, molto influente, straordinaria donatrice di fondi alla Comunità di San Patrignano, un’ iniziativa che si prendeva cura dei tossicodipendenti quando l’Italia degli anni 70 si voltava dall’altra parte per non vedere.
Segue Marta Cartabia, docente di Diritto Costituzionale alla Bocconi, presidente della Corte Costituzionale e ministro della Giustizia nell’attuale Governo. In gioventù vicina a Comunione e Liberazione, nella Milano di Roberto Formigoni, del Cardinale Scola e di Don Giussani.
Terza candidata Elena Bonetti, ministro Pari Opportunità e Famiglia nel Governo Draghi, fedelissima di Renzi, docente di Analisi Matematica alla Statale. Cartabia e Bonetti vantano mariti che curano i figli mentre loro sono ministri e una lunga vita di coppia senza incrinature. Altrettanto si può dire di Letizia Moratti, ora vedova ma legata al marito da una lunga e felice unione. Insieme hanno creato San Patrignano. Nessuna delle tre scriverebbe mai a Massimo Gramellini, che, sul Corriere della Sera, segue i problemi sentimentali e di coppia. Sono uno specchio della disciplina, della determinazione con cui le donne vivono la società italiana con la sua turbolenta secolarizzazione ed entrata nella modernità.
L’asso nella manica di Berlusconi: Berlusconi
Il quarto milanese possibile candidato ma di tutt’altra specie è Silvio Berlusconi. Si propone apertamente, distribuisce opuscoli e libri che illustrano la sua carriera. Il tono dimesso non gli appartiene. Anche questa è una innovazione perché storicamente i candidati alla carica di presidente hanno scelto un profilo quieto e sommesso.
Berlusconi ha ricevuto Angela Merkel, Cancelliere uscente, a Villa Zeffirelli a Roma che per l’occasione è stata sottoposta a un trattamento di attenta riduzione del tono fastoso. Oltre agli arredi teatrali e operistici, Berlusconi aveva aggiunto un tocco di suo con importanti pezzi di antiquariato. L’idea di starsene confinato nella propria casa e lanciare messaggi come ha fatto Joe Biden, su suggerimento del guru USA Joe Messina, non piace a Berlusconi. Beppe Sala invece non si è mai concesso al bagno di folla dei mercatini comunali considerati trappole mortali dai suoi consulenti. Ma Berlusconi ha respinto ogni suggerimento di ritirarsi ad Arcore e aspettare che la situazione maturi.
Ottantadue, e il naso puntato alla realpolitik
Dal S. Raffaele Vita e Salute il prof. Alberto Zangrillo, suo medico curante da sempre, assicura sulla buona salute del paziente. Berlusconi sostiene di essere il candidato più adatto per una “transizione presidenziale”, con previste dimissioni nel 2024, idea che garantirebbe il Paese in un biennio cruciale, poi l’elezione di un nuovo presidente. E così il governo Draghi potrebbe andare avanti senza scossoni fino alla scadenza naturale della legislatura e con l’obiettivo di ricevere la quota più importante dei fondi europei. Berlusconi ha 82 anni ed è di salute malferma. Si favoleggia dell’esistenza di una cartella clinica densa di interrogativi su uno stato di salute precario che giocherebbe da rafforzativo della candidatura. Si propone come riconciliatore, meglio come pacificatore della seconda Repubblica chiudendo la fase traumatica apertasi nel ‘92 e che portò alla cancellazione di due formazioni storiche della partitocrazia italiana: DC e PSI.
In questa ottica ha riconosciuto anche ai Cinque Stelle di aver voluto cambiare l’Italia che poi era la stessa idea con cui nacque Forza Italia. Lui, l’uomo politico che ha collezionato più processi di qualsiasi altro in tutta la storia italiana, vincendoli, chiede che la sua vita privata sia guardata con generosità, la stessa che lui ha usato offrendo Villa Certosa in Sardegna al regista Paolo Sorrentino per girare il film “Loro”.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni tacciono imbarazzati. Marina Berlusconi ha dato la sua benedizione. Gianni Letta, zio del segretario del PD Enrico Letta, lo implora di tornare ad Arcore e di abbandonare la cinematografica e teatrale Villa Zefirelli a Roma. Berlusconi vuole rompere lo schema tradizionale di un candidato dalla presidenza della Repubblica riluttante, che nasconde le proprie ambizioni ma poi accetta per spirito di servizio i sette anni di tormento. Lui si candida di fronte all’intero Paese. Una innovazione non di poco in un Paese che non riesce a staccarsi dalla tradizione. I figli del secondo matrimonio gli sono vicini. Lo schieramento borsistico Banca Mediolanum è + 25,58%, Mondadori +45,85%, Mediaset +35,16%.