Lombardia e coronavirus. Sono i numeri nella loro crudezza a segnalare che i sistemi sanitari del Veneto e dell’Emilia Romagna navigano la crisi del Covid meglio di quello della Lombardia. Negli ultimi vent’anni in Lombardia le grandi infrastrutture ospedaliere, anche private, sono state premiate a scapito della rete sociosanitaria del territorio, cioè consultori e medici di base. Questa scelta, che veniva reclamizzata dal ceto politico come la «Sanità delle eccellenze», ha completamente sguarnito il territorio.
Con il Covid che si diffonde nella parte più ricca e evoluta del paese, la Lombardia, si chiude quella grande finestra di protezione della salute creata dallo stato sociale universalista del dopoguerra. Tina Anselmi, Donat Cattin, i cattolici democratici e i socialisti ne furono i creatori negli anni Settanta ispirati da Lord Beveridge, fondatore del primo grande Welfare State in Gran Bretagna.
Ora, nel mezzo della tempesta della pandemia del coronavirus, anche il sindaco Beppe Sala invita a una riflessione sul sistema sanitario lombardo di cui Milano è il centro. La sanità è una parte importante dell’economia della città. La politica delle «Eccellenze» molto ha cambiato la struttura creata negli anni Settanta in un modo che non è più adeguato ai tempi. La confusione di ruoli tra privato e pubblico, le sovrapposizioni la rendono difficile da gestire.
Solo poco tempo fa Milano aveva gareggiato con Amsterdam per ospitare l’Agenzia Europea del Farmaco. Perse al sorteggio finale con gli Olandesi dopo una gara condita da dossier voluminosi in cui la «Sanità delle Eccellenze» era stato uno dei cavalli di battaglia. Ora sembra che il più probabile concorrente nelle elezioni municipali del prossimo anno a Milano sia proprio l’attuale assessore alla Sanità della Regione Giulio Gallera, e ci si augura che per allora la Lombardia sarà uscita dall’emergenza coronavirus. Le ragioni di disaccordo tra Gallera e Sala sono molte, ma su una questione vige un tacito accordo: la parziale liquidazione e riforma profonda della «Sanità delle Eccellenze» creata durante i quattro mandati dal Presidente della Regione Formigoni.