La violenza di ieri e di oggi

Giorni di guerra. Violenza ieri e oggi (Fondazione AIDA)

La violenza  originaria

Cinquant’anni fa René Girard diceva che la violenza è un fattore originario dell’essere umano, cioè è connaturata all’uomo, e addirittura fondatrice del sacro attraverso il rito. Dunque, la violenza ieri e oggi è originaria, non è esterna all’uomo, come pensano i cristiani che l’addebitano al demonio, e come pensavano gli antichi greci, che ne davano colpa agli dèi per le mancanze degli uomini. L’idea non è nuova, lo avevano già intuito letterati come Stevenson (Il dottor Jekyll e Mr Hyde), Wilde (Il ritratto di Dorian Grey), filosofi come Eraclito, Empedocle, Platone, Hume, Hegel ecc., oltre al fondatore della psicoanalisi Freud. Peraltro, diversi scienziati ritengono che la violenza abbia natura genetica (Le Scienze, 2016, Gomez).

Violenza e guerra

Girard, cinquant’anni fa aggiungeva che “La violenza ormai regna apertamente su tutti noi, nella forma colossale e atroce dell’armamento tecnologico (La violenza e il sacro – Edition Bernard Grasset Paris 1972 – Adelphi edizioni 1980). Sembra scritto oggi. Infatti, l’Europa sta vivendo uno dei periodi più rischiosi dalla fine della Seconda guerra mondiale. Come fare ad essere in disaccordo con Girard e con coloro che ritengono genetica la violenza umana. Basta vedere ciò che ha detto il Procuratore Generale presso la Corte Militare d’Appello di Roma, Dr De Paolis, in una intervista al Corriere della Sera del 22 aprile scorso, allorquando ha dichiarato che, tra i cento nazisti interrogati in 450 processi per le stragi di civili commesse in Italia durante la Seconda guerra mondiale, solo uno è apparso pentito di ciò che aveva commesso. Anzi, alcuni avevano giustificato anche l’uccisione di bambini sostenendo che occorreva spegnere il seme della ribellione. E i soldati di queste stragi erano, da civili, contadini, negozianti, impiegati, gente del tutto comune e ordinaria.

Strumenti sociali

Se l’impulso di violenza originaria ieri e oggi è innato, dunque dentro di noi, occorre farsene una ragione e cercare le modalità di contenerlo. Con quali strumenti sociali?

  • Con la democrazia, poiché la storia ci ha insegnato che un solo uomo al comando può condurre alla violenza e alla guerra
  • Con la scuola libera e democratica, luogo fondamentale di formazione personale di ogni essere umano
  • Con il ‘diritto’, che rispetti i principi di libertà, uguaglianza e democrazia (Luigi Ferrajoli, grande giurista, diceva che può esservi diritto senza democrazia, ma non può esistere la democrazia senza diritto)
  • Con la cultura, cioè la sintesi dei valori essenziali del vivere umano, comprensivi della sensibilità e coscienza collettiva (Treccani). Aggiungiamo, con la bellezza, che secondo Dostoevskij “salva il mondo” (L’Idiota, 1896).