Nella classifica non ufficiale della patrimonializzazione delle diocesi italiane quella di Milano conserva il primo posto, ma da quello del conto economico forse finisce in seconda posizione.
La Diocesi di Bologna scala le classifiche e diventa forse la diocesi italiana con il maggior flusso di cassa. Si è costretti a usare il termine forse, perché nessuna stila un bilancio e lo rende pubblico. Il merito è della FAAC, 10 milioni di dividendo nel 2019 e più di 400 milioni di fatturato, multinazionale tascabile lasciata in eredità dal suo fondatore Michelangelo Manini alla Diocesi di Bologna. Il Vescovo monsignor Carlo Caffarra, siamo nel 2012, invece di vendere e monetizzare, decide che la società faccia parte del patrimonio della diocesi che diventa usufruttuaria, destinando il flusso di cassa al riacquisto della quota di minoranza dell’azionista francese, al reinvestimento nell’azienda e alle attività caritatevoli. Il costo “politico” della vendita della FAAC sarebbe stato troppo alto.
Vendere parte del patrimonio immobiliare come ha fatto la Diocesi di Milano per finanziare l’ampliamento dell’Università Cattolica è accettabile, monetizzare una società profittevole con tanti dipendenti radicata nella comunità è tutt’altro affare. Nel 2017 viene anche rilevata la quota dell’azionista di minoranza francese. Monsignor Matteo Maria Zuppi, neonominato vescovo di Bologna da Papa Bergoglio, conferma la politica del predecessore. La gestione della FAAC è nelle mani del management e la Diocesi non interviene sulle scelte industriali.
Per le diocesi italiane attente alla gestione di scuole, ospedali, RSA, studentati e attività para alberghiere, oltre che di consistenti patrimoni immobiliari, è un’esperienza completamente nuova. Il futuro delle diocesi italiane è oggetto di molte discussioni. Ricche di attività e patrimonio producono però pochi fedeli e poche vocazioni.
La Diocesi di Milano e l’Istituto Toniolo, finanziando con i propri mezzi il cospicuo ingrandimento dell’Università Cattolica, scommettono per ora sull’educazione superiore.