Nel panorama di proposte che rispecchia la koiné di linguaggi tecnico-stilistici della danza contemporanea ormai presenti in ogni dove, sono pochi gli artisti che giocano la carta dell’originalità. I modelli forti della Francia e del Belgio, più Pina Bausch con il suo tanztheater, hanno insegnato a tutti come si danza “europeo”, noia compresa.
Tra i pochi che danzano “italiano” figurano Carlo Massari che in Les Misérables, per C&C Company, ha messo in atto un tocco sarcastico da cabaret post-futurista tra vaudeville e impegno politico; Salvo Lombardo che, come spin off del suo Excelior del nuovo millennio, pensato guardando all’ultimo grande successo del balletto italiano kolossal di fine Ottocento sul progresso che tecnica e scienza occidentali avrebbero iniettato al mondo intero, presenta lo scandaloso Opacity #5 con video porno-omo-erotico; Stefano Mazzotta per il gruppo Zerogrammi mostra un’anticipazione filmica di Elegìa, o delle cose perdute in chiave di cinema neorealista-meridionale, quello dei maestri che hanno ispirato Paolo Sorrentino. Infine, Harleking di Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi prende e trasforma con gusto attuale la gestualità della nostra antica e preziosa Commedia dell’Arte.