Dance belongs to everyone – La danza è di tutti

Dance belongs to everyone - La danza è di tutti
Candoco, Set and Reset. Image by Camilla Greenwell

 Disability dance artists

Not only the super specialized corps of classical and contemporary dancers can dance. Not only the young, beautiful, and strong dancers can dance. Dance belongs to everyone, and there are many choreographers today who work with disabled and differently abled dancers creating true performances beyond all physical limitations.

Saddeck Berrabah is a 30-year-old French choreo-designer and winner of the TV contest Tu si que vales. He has collaborated with pop star Shakira and brands such as Swatch, he is known by the stage name of Sadeck Waff on Instagram with 155,000 followers. Standing in front of 160 dancers all in wheelchairs wearing black, he created a sensational performance with the mathematical-rhythmic patterns of Tutting. The result: the absolute synchrony of the performers’ arms, perfect in the simplicity of the movements. This géo-danse, a virtuosic variable-geometry dance inspired by the flight of birds in flocks, marks the changeover of the Paralympics between Tokyo 2020 and Paris 2024.

The Dance Well project

The joy of moving shines in the eyes of groups bringing together able-bodied and people with Parkinson’s disease in many locations throughout the Anglo-Saxon world. In Italy, the first city to start the Dance Well project was Bassano del Grappa. Today there is also dance in arts-therapeutic communities in Turin at the Lavanderia a Vapore and the Reggia di Venaria; in Milan, at the Triennale. The beneficial effect of music and mirror neurons transmitting gesture to all participants allows for a happy sharing of music and gesture, loosening bodies from everyday impediments.

Mixed Doubles: dance and “diversity”

On the Creative Europe program, for the four-year project Europe beyond Access (2018-2021), the historic Oriente Occidente Festival in Rovereto has given the go-ahead for the programming of “different” performances in its “normal” posters in 2021. And so, on an energy-filled evening, there was Feeling Good, a duo by Diego Tortelli for an intense and splendid dancer without a hand in dynamic dialogue with her partner. There was also Roser López Espinosa‘s Fine Lines for a wheelchair-bound dancer and her partner, symbiotic and inventive in their relationship with each other and with the wheelchair.

Moreover, in Rovereto we had seen the amazing British company Candoco Dance Company (which in Italian sounds “you can do”), which calls on important authors and has in its repertoire the magnificent Set and Reset/Reset by Trisha Bron-Laurie Anderson-Robert Rauschenberg. Last April Candoco’s Feeling Good, Fine Lines and Set and Reset/Reset landed at Milan’s Teatro Carcano with great success. Yasmeen Godder, an Israeli artist, has created for Candoco a “bad,” strong performance called Face in, far from any penalizing pietism and goodness, without avoiding aggression and conflict on stage.

Performers and accident victims, Bad Lambs

In Italy Michela Lucenti, with her Balletto Civile, created Bad Lambs: the performers themselves have been victims of accidents, which have made them less able-bodied. However, they are shrewder than the “able-bodied,” able to ironize on the things of life, even the most painful, making fragility a strength. A bold physical score in the sign of Honoré de Balzac, for whom “pity kills, it further weakens our weakness.”

Lugano Dance Project 

The work of Annie Hanauer, an Anglo-American choreographer, is inspired by the communitarianism of Monte Verità, a coterie of “alternative” men and women who settled in the hills by the Lake at the beginning of the last century. Her performance, designed for the problematic present time, is A Space for all our tomorrows. It features Hanauer herself -carrier of prosthetic arms- as well as a singer, a dancer stricken with polio in her childhood as a refugee, and a meditative-cooperative dancer. The movements created by Hanauer are skillfully harmonized forms over a repeating poetic text, with its positive and hope-giving incipit:

A perfect world 

Just a perfect world  

A perfect world we want


Danza e disabilità

Non solo i corpi super specializzati dei ballerini classici e contemporanei possono danzare. Non solo i giovani, belli e forti possono ballare. Infatti la danza è di tutti e sono tanti i coreografi che oggi lavorano con danzatori disabili e diversamente abili creando spettacoli veri, al di là di ogni limite fisico.

Saddeck Berrabah, è un coreo-designer francese, trentenne, vincitore del contest tv Tu si que vales. Collaboratore della pop star Shakira e di marchi come Swatch, è noto con il nome d’arte di Sadeck Waff su Instagram, dove ha 155.000 followers. Egli, in piedi di fronte a 160 ballerini vestiti di nero tutti in sedia a rotelle, ha ideato una performance sensazionale con gli schemi matematico-ritmici del Tutting. E il risultato è l’assoluta sincronia delle braccia dei performers, perfetta nell’apparente semplicità dei movimenti. Questa géo-danse, danza a geometria variabile virtuosistica, ispirata al volo degli uccelli in stormo, marca il cambio di testimone delle Paralimpiadi tra Tokyo 2020 e Parigi 2024.

Il progetto Dance Well

La gioia di muoversi brilla negli occhi dei gruppi che riuniscono persone normo-abili e parkinsoniani in tante località in tutto il mondo anglosassone. In Italia la prima città a dare avvio al progetto Dance Well è stata Bassano del Grappa.

Oggi si danza in comunità arti-terapeutiche anche a Torino alla Lavanderia a Vapore e alla Reggia di Venaria. E anche a Milano, nel contesto della Triennale.

Si tratta dell’effetto benefico della musica e dei neuroni a specchio, che trasmettono il gesto a tutti i partecipanti. Ciò consente di arrivare a una felice condivisione della musica e del gesto. E a sciogliere i corpi dagli impacci quotidiani.

Mixed Doubles: danza e “diversità”

In virtù del programma Creative Europe, per il progetto quadriennale Europe beyond Access (2018-2021), lo storico Festival Oriente Occidente di Rovereto ha dato il la alla programmazione di spettacoli di danza “diversi”, inseriti nei suoi cartelloni “normali”, nel 2021. E così, in una serata carica di energia, ecco Feeling Good, duo di Diego Tortelli per una ballerina priva di una mano, intensa e splendida nel dialogo dinamico con il partner.

Ma anche Fine Lines di Roser López Espinosa, per una ballerina in carrozzella e la sua compagna, simbiotiche e inventive nel rapporto tra loro e con la sedia a rotelle.

A Rovereto si era vista la strepitosa compagnia inglese Candoco Dance Company (che in italiano suona “si può fare”) che chiama a sé importanti autori e che ha in repertorio il magnifico Set and Reset di Trisha Bron-Laurie Anderson-Robert Rauschenberg.

Infine, al Teatro Carcano di Milano sono approdati lo scorso aprile con grande successo Feeling Good, Fine Lines e Set and Reset/Reset di CandocoYasmeen Godder, israeliana, ha creato per Candoco un pezzo “cattivo”, forte, Face in, lontano da ogni pietismo e buonismo penalizzanti, senza però evitare aggressività e conflitto in scena. 

 Ballerini vittime di incidenti, la danza di Bad Lambs

In Italia Michela Lucenti, con il suo Balletto Civile, ha firmato Bad Lambs, dove gli interpreti stessi, vittime di incidenti che li hanno resi meno abili, sono più sagaci degli “abili”. Dunque in grado di ironizzare sulle cose della vita, anche le più dolenti, facendo della fragilità una forza. Una partitura fisica ardita nel segno di Honoré de Balzac, per cui “la pietà uccide, indebolisce ulteriormente la nostra debolezza”.

Lugano Dance Project

Ispirato dal comunitarismo di Monte Verità, cenacolo di uomini e donne “alternativi” che si installò in collina sul Lago agli inizi del secolo scorso, è il lavoro di Annie Hanauer, coreografa anglo-americana. La sua performance, pensata per il problematico tempo presente, è A Space for all our tomorrows.  La Hanauer  stessa – portatrice di protesi al braccio – partecipa al lavoro con la presenza di una cantante, una danzatrice colpita dalla poliomielite nella sua infanzia da profuga, insieme a un danzatore meditativo-cooperativo. I movimenti creati dall’anglo-americana sono forme sapientemente armonizzate su di un testo poetico che si ripete, con l’incipit positivo e donatore di speranza:

A perfect world

Just a perfect world

A perfect world we want

 

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