Nei più attuali scenari di guerra si sono profilati e si sono progressivamente radicati anche dei «crimini di sistema» che si configurano come aggressioni ai diritti delle persone che il diritto penale non può fronteggiare in quanto non sono ravvisabili tutti i requisiti imposti dai suoi principi garantisti, quali il principio di stretta legalità che qualifica i fatti punibili al nesso di causalità tra azioni individuali e cataclismi ambientali e sociali, fino al principio della responsabilità personale in materia penale.
Verso un costituzionalismo globale
Occorre prendere piena consapevolezza critica dei limiti intrinseci del costituzionalismo odierno per iniziare a pensare e concepire un costituzionalismo globale in grado di tutelare l’universalità dei diritti umani. Al fine di avviare la costruzione di un nuovo mondo è altresì necessario saper concepire in modo profondamente diverso la vita sull’intero pianeta, e quindi anche la storia umana, al fine di edificare un nuovo patto globale di solidarietà e convivenza tra uomini e donne differenti e disuguali.
Mario Capanna, Il risveglio del mondo. Testimonianze sul Parlamento Mondiale
Se ne è discusso nel convegno internazionale del 24 e 25 novembre promosso nel quadro del progetto dei Giovani Pensatori dall’Università degli Studi dell’Insubria e del suo Centro Internazionale Insubrico d’intesa con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese, con la Provincia di Varese, il Comune di Varese, la Società Filosofica Italiana, sez. di Varese e vari altri insegnamenti dell’ateneo insubrico (nell’occasione, sono stati presentati i volumi Parlamento Mondiale. Perché l’umanità sopravviva, Santelli editore, Milano 2021, con contributi di Mario Capanna, Stefania Barile, Fabio Minazzi, Luciano Neri, Romolo Perrotta e Il risveglio del mondo. Testimonianze sul Parlamento Mondiale, a cura di Mario Capanna, Mimesis, Milano-Udine 2022).
Come sottolinea il Prof. Fabio Minazzi, ordinario di filosofia della scienza e direttore del Centro Internazionale Insubrico Carlo Cattaneo e Giulio Preti “siamo inseriti in una crisi veramente epocale e globale, a fronte della quale l’umanità si trova innanzi ad una biforcazione fondamentale e cruciale. Infatti la condanna o la salvezza, la vita e la morte, la speranza e la disperazione dipendono dalla nostra capacità di saper prendere piena consapevolezza critica di questa reale situazione giacché ora l’umanità deve saper scegliere una strada costruttiva, positiva e propositiva onde poter reagire a questa folle decostruzione globale del mondo causata da una serie di precisi comportamenti – economici, politici, sociali e civili – che stanno distruggendo il nostro pianeta, mentre compromettono il nostro stesso habitat e quello della vita, più in generale, sulla Terra.”
Kant e la costituzione civile perfetta
Va da sé che la tradizionale ottica nazionalistica con cui si guarda al mondo è ampiamente superata dalla nostra realtà globale. D’altronde, Kant ha ben compreso come «il problema di instaurare una costituzione civile perfetta dipende dal problema di creare un rapporto esterno tra gli Stati regolato da leggi». Solo l’introduzione di una legislazione e una legalità a livello internazionale consente infatti «di uscire dallo stato eslege di barbarie ed entrare in una federazione di popoli, nella quale ogni Stato, anche il più piccolo, possa sperare la propria sicurezza e la tutela dei propri diritti non dalla propria forza o dalle proprie valutazioni giuridiche, ma solo da questa grande federazione di popoli, da una forza collettiva e dalla deliberazione secondo leggi della volontà comune.
Kant, Per la pace perpetua
Kant in Per la pace perpetua sottolinea che «l’idea di un diritto cosmopolitico non è una rappresentazione fantastica di menti esaltate, ma il necessario coronamento del codice non scritto, così del diritto pubblico interno come del diritto internazionale, per la fondazione di un diritto pubblico in generale e quindi per l’attuazione della pace perpetua, alla quale solo a questa condizione possiamo sperare di approssimarci continuamente». In modo analogo l’idea-progetto del Parlamento Mondiale non costituisce la panacea e la risoluzione di tutti i mali, ma individua, appunto, un filo di speranza per costruire fattivamente un mondo migliore in grado di tutelare la vita sul pianeta Terra abolendo ogni guerra (trasformata in un tabù morale) e vietando la produzione di ogni arma. Occorre dunque contrastare ogni guerra incrementando un luogo di dialogo e confronto come quello che si può attuare costruttivamente solo entro un Parlamento Mondiale degno di tale nome.
La politica e la morale
Kant aveva pensato, nel 1795, a una sorta di trattato sulla pace. In esso, tra l’altro, sosteneva che: «La vera politica non può fare alcun progresso, se prima non ha reso omaggio alla morale; e quantunque la politica per sé stessa sia una difficile arte, l’unione però di essa con la morale non è affatto un’arte, poiché questa taglia i nodi che quella non può sciogliere non appena un contrasto sorge tra loro. Il diritto degli uomini dev’essere tenuto come cosa sacra, anche se ciò possa costare grossi sacrifici al potere dominante».
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