Il ruolo dei fondi di investimento a Milano
Da pochi giorni l’autostrada Milano Brescia Brebemi è stata venduta al fondo di investimento infrastrutturale australiano Aleatica.
Il fondo pensioni canadese PSP realizza con LandLease, un fondo australiano, progetti a Rogoredo/Santa Giulia che possono arrivare fino a un valore di circa tre miliardi di euro. Sempre Landlease realizza la nuova sede delle facoltà scientifiche dell’Università Statale a Mind, ex area Expo, oltre a sedi di aziende per un importo che potrà arrivare a millecinquecento miliardi.
L’operazione Porta Nuova, che ha comportato investimenti per circa due miliardi di euro, è in larga parte di proprietà del Fondo di investimenti del Quatar. Sono circa 200 mila metri quadri di uffici e abitazioni di lusso. Si potrebbe continuare.
Il ruolo del Comune di Milano
Milano e la sua amministrazione sono riuscite a gestire in modo non solo accettabile ma di reciproca soddisfazione investimenti colossali con investitori forti e determinati. Molti si sono chiesti come sia stato possibile: quattro sindaci anche molto diversi tra loro su un arco di vent’anni, senza screzi o code giudiziarie, senza promesse mancate o ripensamenti. Tra il Comune di Milano e questi operatori, i fondi di investimento australiani, canadesi, americani, arabi, la sproporzione di potere e forza finanziaria sono sempre stati grandi e tali si mantengono.
La privatizzazione di autostrade
Inevitabile il confronto con l’esito drammatico e tragico della privatizzazione di Autostrade. Lo Stato italiano diede in concessione a un unico operatore, finanziariamente debole con continui problemi di cassa e prestiti bancari, ben 3000 chilometri di autostrade, trasformandolo in un monopolista. Vista la sua provenienza dal settore tessile e abbigliamento anche un investitore con nessuna esperienza nel settore autostradale. In breve consumatori e Stato sono diventati ostaggi di una continua contrattazione palese e non su tariffe e investimenti in manutenzione. Le conseguenze hanno pesato sullo Stato italiano e sui cittadini.
Il Comune di Milano si è invece comportato in modo cauto. Ha scelto interlocutori di stazza e storia verificabile, interlocutori diversi e numerosi su progetti differenti. Concessioni importanti come quella dell’area Expo sono state stipulate con chi già aveva dato prova di sé nel passato. Nessuno che non fosse esperto e con un buon curriculum. Preferibilmente non troppo potenti senza la predominanza di alcuno. Analisi dettagliata del piano finanziario e delle risorse in cassa degli aspiranti.
Nessun atto di fede come quelli che lo Stato italiano ha abbracciato con le privatizzazioni di Autostrade e Telecom/Tim. Tremila chilometri di autostrade a un unico concessionario come fece lo Stato italiano rimane un errore imperdonabile.