Carlo Acutis è il primo Beato prodotto in una grande area metropolitana europea. Milano è il luogo dell’esperimento.
Come classe sociale appartiene a quella stessa che ha prodotto il beato Pier Giorgio Frassati a Torino nei primi del Novecento. Frassati era il figlio del fondatore ed editore del quotidiano La Stampa, prima che questa gli venisse portata via dal senatore Agnelli, fondatore della FIAT. Morì appena ventiquatrenne.
Carlo Acutis, morto quindicenne a Milano dove la famiglia si era trasferita, ha frequentato prima le Marcelline, poi la scuola di élite Leone XIII dei Gesuiti. Era il figlio dell’azionista di maggioranza della Vittoria Assicurazioni. Il padre di Carlo Acutis è originario di Torino, la madre della Campania, area del Cilento. I due si erano incontrati a Londra e lì era nato Carlo.
Pochi mesi fa è avvenuta la traslazione del suo corpo “incorrotto” nella Basilica della Spoliazione di Assisi, dove è stato dichiarato Beato.
Carlo Acutis rappresenta una nuova possibile tipologia di percorso verso la santità. Pier Giorgio Frassati nasceva nella Torino di Giolitti, capitale dell’industria che stava traghettando l’Italia in una nuova epoca. Carlo Acutis è vissuto in una Milano che ha sciolto completamente i propri legami con il Novecento e si è ricreata in città postindustriale. Ambedue, sia Carlo Acutis che Pier Giorgio Frassati, grazie a un vita brevissima, godono di biografie non divisive.
Nella trasformazione agiografica Carlo Acutis per la sua passione per l’informatica, è “l’influencer di Dio”. Nella sua figura si mescolano elementi nuovi e antichi del cammino verso la santità. Appartiene a una famiglia laica e ricca ma si appassiona agli umili. Coniuga internet e spiritualità, ordinarietà ed eccezionalità. Converte alla fede i genitori e il cameriere indiano di casta bramina.
Papa Bergoglio dice che Carlo Acutis ha usato web e social media non per diventare “soggetto addormentato”, ma ha saputo usarli per “comunicare valori e bellezza”.
Gli stakeholders di questa beatificazione sono Francescani e Gesuiti. L’urgenza è di riguadagnare spazi sui social media. L’intricata ed enorme rete di parrocchie di Milano serve sempre meno.