“L’incanto della natura” – edizione Il Saggiatore, 2020 – è un saggio del premio Nobel per la Medicina Christiane Nüsslein-Volhard.
“La biologia non utilizza la categoria della bellezza per descrivere gli organismi. E tuttavia la bellezza delle piante e degli animali svolge in natura una funzione simile a quella svolta dall’arte e dalla cultura per l’umanità”.
“L’origine delle specie per selezione naturale” di Darwin descriveva come il vantaggio biologico degli individui meglio adattati di altri portasse – in maniera graduale e nel giro di milioni di anni – a cambiamenti nella specie, alla creazione di nuove e all’estinzione di altre, in un volume successivo (“Variazione degli animali e delle piante allo stato domestico”) spiegava come fosse il gusto dell’allevatore o dell’orticoltore a plasmare razze e varietà, in maniera sorprendentemente rapida.
Una delle critiche principali alla teoria delle selezione naturale riguardava proprio la bellezza: si riteneva che non spiegasse l’esistenza degli ornamenti, dei colori, del canto degli uccelli, e di tante altre cose prive di valore pratico per l’animale, che sembravano generate da un Dio creatore per il diletto degli esseri umani. (Giulia Negri, OggiScienza.it)
Qual è il significato dei colori degli insetti, la forma dei pesci o il canto degli uccelli? Quale ruolo giocano nella vita sociale degli animali?
La biologa tedesca ci racconta in questo saggio le meraviglie della natura, dell’evoluzione e come i processi con cui si formano peli, scaglie, squame e penne degli animali, siano simili ai metodi utilizzati nell’arte dell’uomo umana. Un’unione di biologia ed estetica che, grazie all’osservazione delle altre specie, ci insegna molto della nostra.
“La natura ci parla; sta a noi cogliere l’intimo significato di ciò che ci dice”.