L’Europa per noi marocchini è la terra promessa, quasi un paradiso. Lì, ci si veste bene, cambia tutto, si lavora, ti trattano bene. Questa almeno è l’opinione diffusa. Poi però si scopre che la realtà è ben diversa. Talvolta qualcuno tende ad accentuare i lati peggiori dei marocchini che arrivano in Europa. Ma sottolineerei due tipi di marocchini emigranti: quelli che partono per studiare e quelli che partono per lavorare. L’amara realtà è che coloro che intendono lavorare si rendono subito conto che in Europa è difficile aspirare ad avere uno stipendio che consenta di vivere sufficientemente.
Vivo quest’esperienza personalmente tutti i giorni. Come attore, mi trovo bene in rapporto al pubblico che è molto accogliente ed entusiasta e attento (sia a Parigi che in Italia, o in Croazia). Tuttavia non nascondo che sopravvivere non è facile, né tanto meno sogno di avere macchine di lusso. Provo talvolta a far valere la mia laurea in matematica, ma senza successo, anche se l’ho studiata con passione. Certo, altra cosa è quando si parla dei marocchini attratti dai facili o illeciti guadagni o dei miei connazionali che addirittura si arricchiscono illegalmente. E viene quasi da dire che per raggiungere certi traguardi di successo lo studio non facilmente è utile.
E poi c’è il dramma dell’immigrazione clandestina. Per un po’ elemosinano fuori dai supermercati e poi si indirizzano verso altre opportunità che non sono né interessanti né rassicuranti. Specie in Italia. E purtroppo a me pare che la storia politica europea di accoglienza altro non fa che peggiorare la situazione, perché finisce col favorire la categoria dei clandestini e magari, indirettamente, degli avventurieri. Questo pensiero mi spinge a dire, anche se con dispiacere, che l’Europa non c’è. Neanche per quei marocchini che studiano o che faticano a lavorare e rimangono onesti. Onesti e frustrati.
Moustapha El Hadji, attore marocchino