Piccolo Teatro, Immersioni nelle periferie di Milano

iccolo Teatro, Immersioni nelle periferie di Milano

Dopo due anni di difficoltà il teatro torna a richiamare il pubblico con proposte originali, a volte rischiose. Ma sono salti nel vuoto indice di lungimiranza, volontà di sperimentazione e ricerca di nuovi codici di comunicazione e diffusione della cultura sul territorio.

Da TRAMEDAUTORE a IMMERSIONI

IMMERSIONI è il titolo del neonato Festival che il Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa inaugura il 9 settembre. Si compone di inediti e inusuali linguaggi drammaturgici, definiti studi performativi dal suo direttore artistico Andrea Capaldi. IMMERSIONI prende il posto di TRAMEDAUTORE sul quale, dopo la morte della sua ideatrice Angela Calicchio, scende il sipario. E questa prima edizione è a lei dedicata.

Il Festival IMMERSIONI è una coproduzione Piccolo Teatro e mare culturale urbano ed è parte del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo il cui intento è “creare nuove geografie cittadine” attraverso “la riattivazione e la risignificazione degli spazi inutilizzati o in stato di degrado”, questo con “il coinvolgimento degli abitanti dei contesti urbani fragili”. Sicché, il focus dei lavori insiste sulle realtà milanesi meno fortunate rispetto alle zone centrali e si concentra su quattro aree periferiche della città, ai quattro punti cardinali: Niguarda, Giambellino-Lorenteggio Baggio, Calvairate.

Dalla call alla selezione dei lavori

A seguito della call Indagine Milano, curata da Federica Fracassi, Marco D’Agostin, Nicola Ratti e Collettivo Alterazioni Video, si sono candidati in cinquanta ciascuno con un lavoro. La scelta è ricaduta sui quattro capaci di descrivere con speciale efficacia il rapporto fra i luoghi e le persone lì radicate, lavori che in ogni caso allungano lo sguardo al futuro. Queste quattro opere, lontane dal carattere archivistico, offrono al contrario suggerimenti drammaturgici adatti agli obiettivi del Festival, come dichiara Federica Fracassi.

Dai sogni, agli ultraottantenni, alle luminescenze, ai rapper

Le rappresentazioni si aprono con “Zero Sogni” di Virginia Landi e Ida Treggiari. Le giovani registe e autrici del canovaccio hanno intervistato alcuni  abitanti del quartiere Niguarda di età compresa fra i venti e i trentacinque anni.  Hanno chiesto loro di raccontare cosa sognano di notte. Ma la maggior parte non ricordava nulla. Con l’ausilio di video, Landi e Treggiari immaginano un futuro sollecitato dal sogno inconsapevole e creativo che diventa il motore per una nuova cultura economica non capitalistica. Questo perché i sogni rimangono  “l’unica attività ancora non messa a profitto”.

Con “Arcipelago”, di Pablo Tapia Layton, un piccolo gruppo di ultraottantenni del Giambellino denunciano il proprio attaccamento al passato. E dunque l’autore affida l’utopia e il futuro ai segni del corpo dei cinque performer in scena, Maria Paola Farina, Anna Forlani, Elena Lucà, Silvana Fusar Poli e Niloufar Davari che, nella pièce, presta la voce.

Si passa poi a “bioluminescenze” di Bruna Bonanno e GianMarco Porru. Il titolo è ispirato alle lucciole del Parco delle Cave che attraversa il quartiere Baggio sul quale si sono concentrati i due artisti. E dalla cooperazione fra i due nasce una drammaturgia fiabesca multimediale che dipinge un futuro da rischiarare con lampi di generosità.

Segue il gruppo CORPORA costituito da Chiara Donadoni, Giulia Sangiorgio ed Eliana Rotella. Le giovani propongono “Zeta4” utilizzando il linguaggio musicale di due rapper e di un comico. La formula dello stand up è utilizzata per mettere in forma rap le storie degli anziani di Calvairate, quartiere scelto dalle autrici. Da parte sua, il comico, da poco residente nel rione, si intervalla alla musica con interventi volti al coinvolgimento del pubblico. Passato, presente e futuro sono legati dal filo musicale.

Altre “immersioni” del Festival

Completano il Festival i podcast di Audible con le storie delle bande milanesi e dell’ICMESA di Seveso con la nube tossica in Brianza. Ci sono inoltre le indagini dei giallisti milanesi Gianni Biondillo e Andrea Vitali.

Ultimo ma non ultimo, i Di/Versi con lo spettacolo/installazione ideato da Balletto Civile e le sedici immagini gigantesche dei volti dei partecipanti che hanno risposto alla loro call. Le storie raccontate dai sedici “testimoni” sono state musicate con dei madrigali. Quattro minuti e mezzo per ciascuno dei sedici quadri, con la massima libertà per il pubblico di circolare nello spazio per il tempo desiderato. Volti, persone e luoghi: un’immersione nei ritmi e nei luoghi delle persone coinvolte.

Importante ricordare anche che nel contesto del Festival sarà consegnato il Premio Carlo Annoni, giunto alla sua quinta edizione, importante riferimento internazionale nell’ambito della drammaturgia LGBT+.

La chiusura del Festival IMMERSIONI, il 14 settembre, sarà festeggiata sul sagrato del Teatro Strehler con il DJ set a cura di Missing Red e le sue contaminazioni di stili. E con le “invasioni” dei giovanissimi ballerini del gruppo Plas(m)on. Un’immersione giocosa per il nuovo Festival per Milano.

Festival IMMERSIONI, laboratorio di linguaggi performativi nei quartieri, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Produzione mare culturale urbano e Piccolo Teatro di Milano. 9 – 14 settembre 2022, Piccolo Teatro di Milano.

 Per informazioni www.piccoloteatro.org/it/pages/call-indagine-milano

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