Le grandi metropoli si stanno svuotando. Chi può acquista casa fuori città, chi non può si rintana in casa. Sempre più persone fanno, o sono costrette a fare, il lavoro on line da casa. Gli uffici sono vuoti. I grattacieli spenti, deserti non sembrano di certo più degli operosi formicai. La maggior parte dei ristoranti e dei bar sono chiusi, come i negozi, visto che è più semplice e meno costoso ordinare tutto on-line. Le banche sono vuote e sembrano non aver più voglia di ostentare la loro potenza con sedi sontuose.
Si può fare tutto on line. Non solo, le transazioni non si fanno più in contanti e si profila un futuro retto dai bitcoin che non hanno più come riferimento valoriale la quantità di oro presente nelle casse degli stati. Altra cosa è la fiducia in gioco, una fiducia garantita da algoritmi. Che ne sarà della forma Stato?
La mobilità avanza rapidamente ed è sempre più evidente che via via si diffonderà sempre più velocemente di quanto si immagini,e a quel punto l’auto che si guida da sola ci dirà che non avrà alcun senso acquistare un’automobile e nemmeno avere un garage. Gli spazi urbani cambieranno fisionomia e funzione. La mobilità delle merci diminuirà di molto con la diffusione delle tecnologie 3D poiché conviene trasferire leggerissimi file, quasi immateriali, in tempo reale invece che pesanti e ingombranti merci occupando tempi lunghi.
Serviranno ancora più autostrade? La mobilità aerea è destinata nel dopo covid 19 a riprendere il suo trend più che positivo. Gli assetti territoriali saranno sempre più legati agli ABB aeroportuali.
Sta per finire l’età dell’energia ricavata da fossili e il tema ovunque sarà sostenibilità, sostenibilità, sostenibilità ed economia circolare.
L’intelligenza artificiale è praticamente applicata e applicabile su tutto e, assieme alla cibernetica, sta modificando radicalmente la relazione tra la produzione di valori economici e il lavoro, con indotti socialmente immani. La sicurezza sociale è già sotto controllo delle varie applicazioni IoT. Il riconoscimento facciale diffuso in ogni dove metterà in discussione ogni ideologia della privacy e il concetto stesso di libertà.
La medicina sarà sempre più personalizzata, e socializzata. Una medicina singolare, radicalmente soggettivizzata e controllata territorialmente.
E così di seguito…
E’ un vero e proprio sconquasso al quale si è aggiunta una drammatica pandemia come a segnare la radicalità e la diffusività del cambiamento. La pandemia è uno degli elementi in gioco, di fatto è il digitale l’abissale motore dello sconquasso. E nel digitale potremmo perderci, persino dannarci, ma dovremmo sempre più capire che solo con e nel digitale possiamo salvarci. Il digitale siamo noi, dobbiamo governarlo e governarci. Dobbiamo rivedere tutte, e radicalmente, le categorie del politico.