I 90 anni di Eranos
Nel 2023 Eranos ha compiuto novant’anni. La singolare iniziativa, ideata ad Ascona nel 1933 da Olga Fröbe-Kapteyn, in collaborazione con lo psicanalista Carl Gustav Jung e sotto il magistero del teologo Rudolf Otto, il quale ne coniò il nome – dal greco “banchetto” –, ha visto dialogare e discutere per nove decadi i migliori alfieri di una visione mitico-simbolica del reale. Costoro, desiderosi di fuoriuscire da ogni stantia forma di dualismo dicotomico (materia e spirito, idealismo e realismo, progresso e reazione, religione e ateismo), si sono impegnati nel progettare, secondo la lezione di Mircea Eliade, un “nuovo umanesimo”. Protagonisti indiscutibili di Eranos sono stati – e rimango ad oggi – il mito e il simbolo, considerati interessi di ricerca, ma, soprattutto, forze esistenziali, formative e conoscitive che l’uomo della modernità ha dimenticato ma a cui sempre può tornare, con rinnovato slancio.
Storia di Eranos
A discutere la storia e il contenuto filosofico-spirituale dell’iniziativa interviene un volume a più voci, recentemente pubblicato per i tipi di Edizioni Bietti: “Viaggio a Eranos. Il ritorno degli Dèi nel XX secolo”. Il saggio, densa rielaborazione editoriale degli spunti emersi nel convegno “Ierofanie” (Giardini di Naxos, 12/15 ottobre 2023), intende sottrarre la storia di Eranos al mero interesse storico-filologico per sottolinearne la straordinaria funzione culturale: uno scrigno in cui il mistero dell’esistenza viene attraversato in termini interdisciplinari e in intima connessione con la vita, nelle sue forme pulsanti. Ecco perché Eranos appare, secondo l’espressione di Riccardo Mondo, una “comunità immaginale”: un’impresa conoscitiva ed esistenziale capace di saldare vincoli umani su di un piano diverso da quello socio-politico – il piano dell’immaginazione creativa, in cui il regno della vita è simbolizzato e viene fornita una cornice di senso a un mondo tragicamente obnubilato dallo spettro ammaliante del nichilismo.
Il pranzo delle Eranos Tagungen
Unica la struttura delle Eranos Tagungen, i convegni annuali organizzati a Casa Gabriella: il cuore degli incontri era rappresentato dal pranzo, un momento di condivisione e dialogo donato dalla padrona di casa ai relatori, i quali ricambiavano condividendo le loro ricerche, nella forma delle relazioni orali e scritte (pubblicate nei celebri e densissimi annuari, gli Jahrbücher). Il “convivio” era – ed è tuttora – simboleggiato dalla Tavola Rotonda attorno a cui avviene il desinare, la cui immagine, insieme al monumento dedicato “al genio sconosciuto del luogo” (Genio loci ignoto), ha ispirato intimamente molti dei convitati.
Il magistero in Oriente ed Occidente
Ecco che il magistero di Eranos ha saputo travalicare le singolarità degli sviluppi intellettuali e scientifici dei partecipanti – e anche le significative differenze che li videro dibattere e confrontarsi, anche in termini accesi –, assurgendo a provocazione per l’uomo della (post)modernità. Una miccia per ripensare i processi di secolarizzazione, alienazione e smarrimento nei quali si trova immerso. La convergenza sapienziale degli insegnamenti di Oriente e Occidente è la strategia adottata per immergersi in una geografia dell’invisibile. Gli scritti – e le memorie – di Eranos tentano precisamente di renderne manifesta la cartografia, mostrando le plurime connessioni che collegano i diversi piani del reale, sino a quelli più abissali: la riscoperta del sacro, la cui eclissi già contiene, per i protagonisti di Eranos, la promessa del suo ritorno, è dietro l’angolo.
- Di Vona, R. Mondo, A. Scarabelli, L. Siniscalco, “Viaggio a Eranos. Il ritorno degli Dèi nel XX secolo”, introduzione di Fulvia Toscano, Bietti, Milano 2024