Giovanbattista Pastorelli è protagonista della prima ora del Decostruzionismo in arte. Questo movimento, consanguineo al generale clima postmoderno, determina un importante movimento architettonico detto appunto decostruttivista. Esso è costituito da una serie di archistar, da Frank O’Gehry a Bernard Tschumi, ecc.
Il principio costruttivo dell’architettura viene per così dire demolito e le sue componenti ricomposte dal progettista con grande arbitrio formale non lontano dalle possibili libertà espressive proprie della scultura.
Un momento forte della ricerca artistica di impianto decostruttivista, da parte di Pastorelli, è dato dalla riproposta, da parte dell’artista lombardo, ma di origine calabrese, dei famosi bronzi di Riace. Giovanbattista Pastorelli persegue una poetica eclettica basata su multimedialità e polimaterismo, assieme a una tavolozza vivacissima e ricca. Sull’opera di Pastorelli, esposta in varie mostre pubbliche, hanno scritto, tra gli altri, Brahim Alaoui, Marco Meneguzzo, Pierre Restany, Carmelo Strano.