Un importante punto di cooperazione tra Europa e Giappone è rappresentato dal programma “EU comes to your school”. Questo programma è attivo dal 2007 e finora vi hanno partecipato più di 430 mila studenti giapponesi. L’obiettivo è avvicinare gli studenti giapponesi all’Unione Europea, stimolare anche verso la sua ricca e diversificata cultura.
Come riportato dal The Japan Times, quest’anno si terrà a Tōkyō e Ōsaka l’annuale European Union Higher Education Fair che offrirà a giovani adulti giapponesi la possibilità di studiare e fare ricerca in Europa.
Questo incontro tra Giappone e Italia può essere contestualizzato in una panorama più ampio di rapporti tra il Sol Levante e l’Europa in cui i punti di contatto e condivisione tra le due parti sembrano essere molteplici. Tra l’altro, il giugno scorso. si è svolto a Osaka il G20 che era stato preceduto dall’incontro bilaterale tra il presidente del consiglio Giuseppe Conte e il suo omologo giapponese Shinzō Abe.
Oltre ad avere punti in comune utili alla diffusione di idee, Europa e Giappone condividono prospettive e preoccupazioni a proposito dei cambiamenti climatici e la diffusione della plastica negli oceani. Tuttavia, nonostante l’Europa stia prendendo sempre più contromisure nell’affrontare queste due problematiche, il Giappone non ha un pianonazionale in questi temi e neanche per le energie alternative. La maggior parte delle iniziative volte a ridurre l’utilizzo di oggetti di plastica come borse o contenitori per le bevande sono state prese solo a livello locale o aziendale. In più, come riportato da Kosuke Hatta sul Mainichi Shinbun, il Giappone e gli Stati Uniti hanno smesso di sostenere l’Ocean Plastic Chart provocando così critiche in Giappone e in tutto il mondo. Il capo dell’Institute for Global Environmental Strategies Research, Kentaro Tamura, sostiene che la chiave per creare strategie ambiziose a lungo termine per combattere il cambiamento climatico dipende dal governo e dalla sua capacità di mandare un forte messaggio politico. Tamura fa inoltre presente che, poiché “il governo si trova impegnato nel favorire l’economia, per il Giappone è difficile assumere un chiaro ruolo internazionale nell’adottare le contromisure per il riscaldamento globale.”
Sul piano strettamente politico invece il risultato delle recenti elezioni europee è stato percepito da Tōkyō come un segnale positivo. Questo anche alla luce del recente accordo di partenariato tra Europa e Giappone. Esso aspira a rafforzare la sua reputazione a livello internazionale e a competere con la Cina, principale rivale politica ed economica nella regione asiatica.