Una campagna elettorale che, per lo spostamento delle elezioni in autunno, diventa lunghissima. Avversari che non ottengono la nomina. Altri, come l’ex sindaco Gabriele Albertini che non si fa convincere e scompare. Altri ancora, come Maurizio Lupi e Roberto Rasia, aspettano pazientemente. Silenzio profondo sui programmi. Intanto la coppia Letizia Moratti, assessore alla Sanità della Regione Lombardia e Guido Bertolaso, suo vice, dopo iniziali difficoltà decollano: il Covid viene contenuto con un’efficacia vaccinazione di massa. Il modello comunicativo è completamente cambiato dopo l’elezione del presidente USA Joe Biden. Poca messaggistica, zero polemiche e molta sostanza. Nessun annuncio di “riforma dello stato” ma azione politica, cose fatte.
Il PD che, per la legge non scritta, ma sempre rispettata, dopo due turni da assessore destina questi ad altri ruoli, è bloccato. La rotazione non riesce con facilità perché a Roma i posti sono affollati con code visibili a occhio nudo. La destinazione futura dell’assessore Pierfrancesco Maran rimane un mistero. Enrico Letta non sembra in grado di velocizzare il ricambio.
Il sindaco Beppe Sala aderisce ai Verdi europei. Il Pd milanese è deluso. Il programma dei Verdi, versione europea, è la città a 15 minuti modello Anne Hidalgo, sindaco di Parigi. Beppe Sala, candidato favorito alla vittoria nelle prossime elezioni, corre sul ghiaccio sottile. L’adesione del sindaco ai verdi europei implica però che i programmi di rigenerazione, gli scali ferroviari, non ancora approvati, siano passati di nuovo al vaglio. I verdi milanesi, una tribù parzialmente diversa da quella dei Verdi europei, con il suo speaker dicono subito che si deve affrontare il problema delle 25 mila domande inevase per abitazioni nelle case popolari. Il sindaco Sala, ribattezzato da frange di dissidenti “Beppeslalom”, manifesta assoluta fiducia nell’obbiettivo Olimpiadi 2026, esattamente alla fine del prossimo mandato per cui dovrà concorrere in settembre.
Molto diranno dell’appuntamento olimpionico del 2026 le Olimpiadi di Tokyo di quest’anno tutte in streaming, tutte teletrasmesse, con fino a ora pochissima evidenza di flussi di visitatori e pubblico. Quelle a Milano del 2026, al di là delle operazioni di rigenerazione urbana, che Olimpiadi saranno? Quali benefici per la città? Affiorano i primi dubbi che il piatto delle Olimpiadi 2026 sia scarno e che, dentro una crescita per forza di cose bassa nel post Covid, di ben altro ci sarebbe bisogno. C’è anche la candidatura per una sezione dell’Ufficio dei brevetti europei. La concorrenza degli altri paesi UE sarà fortissima. Si attendono miracoli dal nuovo distretto del Fintech grazie alla quotazione di Nexi e all’entrata di Borsa Italiana in Euronext e forse anche dalla creazione di un distretto di Sanità digitale. Ma basterà a bilanciare le attività fieristiche e il loro indotto in parziale stallo?