La parola umanità, che una qualità, sembra essere stata cancellata dai dizionari di chi gestisce la crisi dei profughi siriani in Medio Oriente. Proseguono i bombardamenti su Ibdil e non si ferma il massacro dei civili. Mentre Erdogan fa accompagnare i siriani dei campi di accoglienza turchi verso le frontiere greche, in pullman, e li invita a oltrepassarle. Fortunatamente i numeri sono diversi da quelli dichiarati dalla sua propaganda: tredicimila al massimo e non centotrentamila.
La guardia costiera greca ha ricevuto l’ordine di impedire in ogni modo lo sbarco dei gommoni sulle isole, risultato raggiunto con cannoni ad acqua, lacrimogeni e proiettili di gomma. Nessuno sembra avere pietà per questa umanità disperata che cerca solo di esercitare il proprio diritto alla vita.
Gli abitanti dell’isola di Lesmo si sono scagliati contro i naufraghi, respingendoli e minacciando le ONG che lì lavorano per fronteggiare l’emergenza. È vero che i campi profughi di Lesmo e dintorni sono stati attrezzati per ospitare settemilacinquecento persone, mentre ne accolgono circa quarantamila. Ma è egualmente spaventoso vedere i naufraghi provenienti dalla Turchia abbandonati a sé stessi sulle rive rocciose delle isole dell’arcipelago.
L’Unione europea interviene proclamando l’intangibilità dei suoi confini, ricompensando la fermezza delle istituzioni greche con settecento milioni di euro e facendo intendere a Erdogan che nessuno cederà al suo ricatto.
Un portavoce del governo greco ha dichiarato che sono diecimila i profughi ai quali è stato impedito di attraversare la frontiera. E molti altri sono stati “invitati” a non provarci. Erdogan, da parte sua, ha dichiarato di non aver accettato il miliardo di euro che l’Unione gli ha offerto, perché ritenuto un aiuto insufficiente. Ma, se è possibile, vi è qualcosa di peggio.
Perché la Ue ha assunto posizioni così intransigenti? Dopo le elezioni del nuovo parlamento, sembrava che i partiti anti-migrazioni rappresentassero una minoranza non pericolosa per il governo dell’Unione.
Forse i toni decisi degli attuali leader della Commissione e dell’Assemblea sono motivati dal timore di mandare un messaggio di debolezza decisionale che finirebbe per dare più forza, e maggiore consenso, ai partiti euroscettici. E per questo tentano di combatterli sul loro stesso terreno. Il futuro ci dirà quanto questa scelta sia chiaroveggente.