Il progetto Earthbound
Un’esile ragazza, pluripremiata performer, teatrante: Marta Cuscunà di Monfalcone, luogo di cantieri navali e di morte per amianto, come l’artista sottolinea nelle prime righe del suo sito. É un nuovo progetto, |Earthbound| ovvero le storie delle Camille, scelto fra gli oltre milleduecento giunti alla Commissione Europea. Si tratta del bando I-portunus, volto a favorire la collaborazione e la mobilità in Europa fra artisti di diversi Paesi. É così prende forma la partnership fra Emilia Romagna Teatro, CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, il Teatro São Luiz di Lisbona e alcuni artisti italiani e portoghesi fra cui João Rapaz, artista specializzato negli effetti speciali per il cinema.
L’ispirazione a Donna Haraway
Earthbound trae ispirazione dal saggio della filosofa americana Donna Haraway, Staying with the Trouble: Making Kin in the Chthulucene, Duke University Press, 2016, pubblicato in italiano da Nero Edizioni con il titolo Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto. Haraway è studiosa e teorica dell’ibridazione e della simbiosi fra scienza, tecnologia e biologia. É l’autrice del Manifesto cyborg dove si parla di “mostri”, ibridi uomo/macchina, che rompono il dualismo fra uomo e natura e mettono in discussione il predominio del genere umano. É dallo studio di soggetti minimizzati dal dominio di altri che nascono i cyborg di Haraway. La Cuscunà porterà in scena la risposta fantascientifica che, in tempi di mutamenti globali originati da salti di specie e animali quasi sconosciuti in Europa, sembra verosimile.
Le alleanze fra generi
Marta Cuscunà si dedica al nuovo importante progetto ecofemminista secondo gli schemi di Haraway per la quale i rapporti paritari fra i generi porterà alla parità fra tutti, anche con il pianeta Gaia. Bandite le gerarchie, Haraway immagina che una delle soluzioni per la sopravvivenza della nostra specie sia creare alleanze con le altre specie. Si eviterà, così, l’estinzione del genere umano grazie all’adattamento, alla mescolanza fra geni umani e geni diversi.
Dal Manifesto cyborg di Haraway, in cui le tematiche delle donne si abbinano alla biopolitica del corpo, alla biologia contemporanea e il corpo può essere interpretato come un insieme di specie diverse, ecco i Simbionti che Cuscunà porterà in scena.
Sono creature “animatroniche” (sic), inanimate, iperrealistiche, realizzate con tecniche utilizzate dal cinema per effetti speciali, ma manualmente animate dalla performer Marta Cuscunà. Sono ibridi fra animali in via di estinzione (pangolini, pipistrelli) ispirati alle opere di Patricia Piccinini, artista ospitata in rappresentanza dell’Australia alla Biennale d’Arte di Venezia del 2003. L’artista, interessata alla biotecnologia, dialoga con Haraway sulle tematiche di riproduzione nei laboratori di forme di vita sintetiche e simbiotiche. Marta renderà vive le creature, che sembrano muoversi da sole, nonostante la manovratrice sia sempre presente e visibile in scena.
Lo spettacolo dal vivo
Lo spettacolo andrà in scena il 28 gennaio 2021 al Teatro Bonci di Cesena e poi, a febbraio, al Teatro Palamostre di Udine. Per agevolare la tournée e riproporre la performance la Cuscunà ha realizzato pupazzi resistenti, solidi ma leggeri. Ciò richiede una componentistica tecnica molto avanzata, tecnopolimeri per complementi di precisione all’interno dei pupazzi.
Il futuro è forse più vicino di quanto non si pensi: il pianeta infetto è quello sul quale viviamo. Il futuro deve essere quindi ripensato, con variabili nuove. La fantascienza può aiutare a cercare strade cui non siamo abituati mostrandoci che nessuna specie agisce da sola, ma che tutte concorrono a creare un nuovo e più equilibrato sistema sociale.