Declinazioni urbane nella fotografia di Francesco Caltagirone

Una recente mostra dedicata alla sua città, Palermo, da parte di Francesco Caltagirone, con titolo “Contorni urbani” di cui pubblichiamo immagini esemplificative, assieme a un’indagine dotta e ben focalizzata di Aldo Gerbino. La sede espositiva: il Complesso Monumentale dello Steri, su organizzazione del Sistema Museale dell’Ateneo del capoluogo siciliano. Opere: dal 2006 al 2023. Recidivo, l’artista, nel paesaggio panormita: nel 2016 aveva esposto nella Sala delle Armi di Palazzo Steri-Chiaromonte, nella stessa città che è la sua, un suo “Souvenir de Palerme”. 

Una retrospettiva di Francesco Caltagirone dedicata a Palermo, una rilettura creativa sulla città, ai confini tra topografia e geometria.

Scrivendo sul tema della “metaspazialità cittadina” Rosario Assunto consegna una lucida quanto empatica carta, dalla quale ci viene restituito il valore degli sguardi, delle immagini reali e delle letture creative sulla città. Le costruzioni, si sottolinea, «che fiancheggiano una via, che contornano una piazza, modellano, se così si può dire, il percorso di quella via, l’area di quella piazza, dando ad esse una forma che non è solo topografica o geometrica (e quindi tale che rimarrebbe immutata anche se quelle costruzioni venissero sostituite con altre) e nemmeno soltanto volumetrica, sebbene topografia e volumetria siano in quanto tali già parzialmente qualificate, dal punto di vista estetico, per se stesse e nel loro reciproco relaziona-mento».

Semiologia della strada tra morfologia e memoria  

Si ribadisce ancora come risulti essenziale lo stesso «rapporto tra l’altezza degli edifici e il percorso di una strada, se rettilineo o sinuoso o a mezzaluna (come, appunto, i Crescent di Londra: dove basterebbe aggiungere un piano agli edifici che li fiancheggiano per snaturarli completamente…)». D’altronde, suggerisce l’estetologo, è proprio la strada a costituire per se stessa, per la sua acquisita morfologia, un’indefettibile memoria visibile, in quanto matrice di una appropriata storicità con la quale ci è possibile assistere ad un «passato, presente a noi come forma», un conformarsi di un paesaggio “che è nelle vie cittadine”.

La cultura del paesaggio, immersione nella natura ed evocazione dell’immaginario  

È Bruno Zevi a ricordarci con il suo appassionato taglio polemico emerso dalle “controstorie dell’architettura in Italia” (al paragrafo della “Moderna ottica ambientale”) in che modo certe ‘inagibilità’ (o tirannie) dei grandi paesaggisti del passato, da Bruegel a Watteau a Turner, spingano a riflettere in che maniera muti, nei vari contesti storico-temporali, il rapporto uomo/natura e non a caso cita l’affermazione della Yourcenar sull’arte greca “per la quale l’uomo è la natura e la contiene intera in se stesso”.

Soglie e contorni urbani 

Ed ecco che i “Contorni urbani” suggeriti per questa personale da Francesco Caltagirone, – già presente, nel 2016, con Souvenir de Palerme alla Sala delle Armi di Palazzo Steri-Chiaro-monte, – entrano nello spazio speculativo cittadino. E Palermo ne costituisce il fulcro principale ora nelle sue immagini legate al mare, ora negli stralci dei sobborghi sottesi ad una certa aura nostalgica spinta dal degrado attuale, ma soprattutto nelle sue vie, con le chiese mosse da cangianti cromie in cui il verde e l’azzurro o i colori tufacei segnano il tessuto di tele e tavole, con le sue reiterazioni della Cala, storico fuoco della fenicia ziz. Così prendono consistenza le declinazioni urbane: dal Viale della Libertà a via Caltanissetta a via Isonzo, dalla Chiesa della Catena a Piazza Politeama al Teatro Massimo, ai notturni, alla fascinazione dell’Orto botanico al corpo massiccio di Monte Pellegrino sferzato dal cobalto incipiente della sera, dai mercati alla marmorea Piazza Pretoria a Porta Nuova toccata dai pigmenti accesi dei carretti siciliani. Tutti segnali imprescindibili della città, iconemi che Caltagirone spinge ad accendere il mosaico identitario, la linfa vitale, il cursus storico e sociale, gli avvenimenti che hanno aperto solchi sulla sua pelle, veri e propri dermatoglifi che leggono la sua natura, organismo vivo parimenti aperto, come tutte le città, al bene e al male. Ma se comprendiamo le irritazioni di Zevi volte ai paesaggisti e al loro rapporto con la natura, c’è da osservare come il concetto di natura sia drasticamente mutato.

Sguardi microscopici

Siamo a conoscenza, per altro, «che ogni forma che noi percepiamo è costituita da forme più piccole […], una consapevolezza che ha lasciato il suo segno nella moderna pittura di paesaggio»: lo evidenziava Kenneth Clark negli anni Sessanta segnalando gli splendidi acquerelli di Paul Klee, i quali mostrano, attraverso l’occhio microscopico, e in modo inequivocabile, ‘come nessun artista abbia mai avuto antenne più lunghe delle sue’.

Francesco Caltagirone nasce a Palermo nel 1961; conseguito il diploma, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Prossimo alla laurea interrompe gli studi per dedicarsi al suo lavoro presso il Teatro Massimo, per conto del quale partecipa anche all’allestimento di alcune importanti mostre. Fin da giovane coltiva l’amore per la pittura, ereditato dal padre Luigi. Collezionista di oggetti d’arte, dal 2004 focalizza, da autodidatta, il suo estro sull’attività pittorica. Sin dai primi passi svolge un attento studio del paesaggio urbano e dei suoi elementi.

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ALDO GERBINO
Morphologist, poet, former Professor of Histology and Embryology at the University of Palermo and Emeritus from the Italian Society of Experimental Biology. Art and literature critic. Recent poetry publications: “Alla Lettera erre” (Almanacco dello Specchio, Mondadori 2011), “Non è tutto” (Club di Milano 2018). His poems have been featured in:"Nuovi Argomenti", "Corriere della Sera", "La Repubblica-MI", "Gradiva", ERI-RAI Editions. Morfologo, poeta, già Ordinario di Istologia ed Embriologia all’Università di Palermo ed Emerito della Società italiana di Biologia Sperimentale. Critico d’Arte e letterario. Recenti pubblicazioni di poesia: “Alla lettera erre” (Almanacco dello Specchio, Mondadori 2011), “Non è tutto” (Club di Milano 2018). Sue poesie in “Nuovi Argomenti”, “Corriere della Sera”, “La Repubblica-MI”, “Gradiva”, Edizioni ERI-RAI.