Il gasdotto Nord Stream 2 non s’ha da fare né ora né mai! Non sappiamo se Trump abbia usato proprio queste parole, ma il concetto che voleva esprimere nel corso della calda estate del 2019 vi corrispondeva perfettamente. Il gasdotto collegherebbe Russia e Germania passando per la Polonia e, secondo l’amministrazione americana, questo accrescerebbe la già critica dipendenza energetica dell’Europa da Mosca. Anche fra i Paesi dell’Ue c’è una certa agitazione su questo tema. Quelli dell’Europa orientale, ancora memori della passata dipendenza dall’allora Urss, farebbero a meno del gasdotto. Invece la Germania e i Paesi del Nord lo vedono con favore.
Washington fa osservare che i mezzi delle basi Nato in Europa, i 50.000 soldati americani stanziati in Germania, ecc. non possono operare in piena autonomia se dipendono dai rubinetti manovrati da Mosca. Forse la guerra fredda è finita per sempre, ma le esigenze di sicurezza restano. Molti politici europei, invece, guardano lontano e vedono Mosca sempre più come partner economico che come Paese ostile. Ciò non significa che il mancato rispetto dei diritti umani da parte dei russi non debba essere condannato. Infatti, Bruxelles mantiene le sanzioni comminate a Mosca per l’invasione della Crimea e dell’Ucraina, operando dunque un chiaro distinguo fra rapporti commerciali con la Russia e censura di aspetti delle sue politiche.
Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri russo, diplomatico di lungo corso fra i più apprezzati in Occidente, afferma che gli Usa non apprezzano qualunque avvicinamento fra Unione europea e Mosca. Il motivo, secondo Lavrov, è evidente: i russi hanno bisogno di tecnologie e investimenti europei, mentre gli europei hanno bisogno delle riserve energetiche russe. Dunque, un eventuale blocco economico euroasiatico, indipendente dalla bandiera a stelle e strisce, diventerebbe un temibilissimo competitor per Washington. Il comunismo sovietico in breve tempo è destinato a finire nella pattumiera della storia e con esso la guerra fredda, la difesa del mondo libero, ecc. Così la Casa Bianca tenta di aumentare il più possibile la distanza tra Bruxelles e Mosca. Il ragionamento reggerebbe se non sfuggisse che la Ue non può trattare da pari a pari con la Russia, perché non possiede un apparato militare da contrapporle, se ciò fosse necessario. Per questo motivo Bruxelles ha bisogno della Nato, cioè degli Usa, e pagare un prezzo, soprattutto nel momento in cui la Gran Bretagna abbandona l’Unione. La diplomazia europea dovrà lavorare bene per tenere in equilibrio le relazioni Est–Ovest.