Bambole d’amore, il Casanova di Fellini

Bambola modello Barbie, sdraiata con capelli chiari e lunghi, fronte coperta da frangia, abito nero a rete.

(questa è la rima delle tre parti in cui si articola la riflessione sulle bambole d’amore)

 

  1. Tanti volti o corpi femminili, “doppiati” in statue o in bambole, hanno sedotto gli uomini di ogni tempo e i loro creatori con la malia delle loro forme e dei loro sguardi. Pigmalione rappresenta il prototipo mitico. A questo scultore greco, innamorato della propria statua così intensamente da impietosire Afrodite, fu concesso di poterla amare come donna di carne. Il desiderio di “trasmutare” l’inanimato e l’irraggiungibile in un corpo-anima d’amore rappresenta un’estrema seduzione per l’essere: “Una buona bambola è dotata di anima”, come è della Marionette Owl.

 

  1. La bambola d’amore può esprimere, per un avventuriero dell’anima, l’estrema conquista da raggiungere, poiché incarna una presenza irraggiungibile senza tempo. Ritrovo questa atmosfera nello struggente “ballo finale” del film Il Casanova di Federico Fellini, in cui il vecchio libertino veneziano si abbandona alla dolcezza del ricordo di una danza con una bambola meccanica, che aveva già incontrato in passato nella ricerca dell’estrema seduzione. Risulta una malia inebriante anche per gli occhi di Roland Barthes. Il saggista ricorda: “la snellezza, l’esilità della silhouette, come se non ci fosse che un po’ di corpo sotto il vestito appiattito; i guanti consunti di seta bianca; (…) quel volto imbellettato e tuttavia personale, innocente: un che di disperatamente inerte e tuttavia di disponibile, di offerto, di amante, come di impulso angelico di buona volontà”. L’attrazione per la bambola meccanica è presente, sempre di più, nel fantastico desiderante di diverse narrazioni. Non a caso il futurologo e politico inglese Ian Pearson ipotizza che entro il 2050 gli esseri umani avranno più rapporti sessuali con i robot che tra di loro.

 

  1. Come racconta Marina Bychkova: “Le bambole devono avere un significato, senza una storia alle spalle restano solo dei giocattoli”. Questa designer esprime il concetto attraverso le sue preziose e accurate Bambole incantate di porcellana, tatuandone talvolta il corpo. Diventano opere d’arte che denunciano le molteplici sofferenze della donna nella realtà quotidiana. Queste bambole, pervase da una dolce malinconia, hanno come caratteristica quella di non sorridere mai. Possono diventare così presenze di inquietante seduzione.

(continua)