Gli opinionisti americani hanno sempre prestato attenzione alle elezioni europee per il ruolo che il vecchio continente svolge dal punto di vista economico, politico e strategico. Le chiavi di lettura proposte sulle consultazioni di fine maggio possono essere sintetizzate in tre parole: paura, polarizzazione, controrivoluzione. Per citare un esempio, Anne Applebaum, editorialista del Washington Post, ha recentemente analizzato l’ascesa del partito spagnolo Vox come indicatore dell’atmosfera creatasi in Europa negli ultimi anni. Attraverso un massiccio uso di internet (siti, blog e social network) questo partito dell’ala estrema conservatrice diffonde l’idea che esistano una o più cospirazioni internazionali, manovrate da mani invisibili dalle quali bisogna difendersi. Lo scopo è quello di suscitare diverse paure, che si tratti dell’immigrazione, del terrorismo, della disintegrazione della nazione e perfino del femminismo e delle questioni di genere. Anche il problema del riscaldamento globale viene spacciato come un’invenzione finalizzata a chi sa quali misteriosi fini. Le istituzioni democratiche non sarebbero più capaci di difenderci e, quindi, le si vorrebbe mettere da parte. Si propaganda, così, una specie di teoria della controrivoluzione antiliberale che si fonde spesso con un nazionalismo esasperato.
Alcuni sospettano che molti siti web siano ispirati e manovrati dal Cremlino che punterebbe a una frammentazione dell’Unione Europea. Le conseguenti polarizzazione e frammentazione delle posizioni andrebbero a vantaggio di chi vuole adottare il vecchio sistema del divide et impera. Insomma, destabilizzare gli avversari politici rende sempre. I russi naturalmente negano ogni tipo di ingerenza, ma esiste un’apposita task force della UE, la East StratCom, che si impegna nel controllare i flussi di disinformazione provenienti da Mosca. Il lavoro degli hacker è molto sofisticato perché, spesso, questi siti sembrano focalizzati sulla musica, sul turismo e sullo sport, ma contengono messaggi che sono in linea con i movimenti di estrema destra.
Sembra che tutto questo produca idee confuse. Problemi di coesione nazionale, come il separatismo catalano o l’indipendentismo scozzese e irlandese, si mescolano con la crisi della famiglia, le unioni civili, il femminismo, il rifiuto dell’omosessualità, la protesta dei gilets jaunes e la paura della perdita di identità nazionale. La paura genera la rabbia e la rabbia notoriamente non si concilia con la razionalità e con la comprensione profonda dei problemi. Al contrario, si va alla ricerca dell’uomo forte che protegga tutti «noi». Ogni idea estrema ne genera una di segno opposto altrettanto estrema. La visione del mondo democratico-cristiana e socialdemocratica sono sotto attacco.