per caso l’occhio ci è caduto sopra. Perché non riesci a leggere neanche una parola.
Avessero scritto l’attenzione in tedesco (achtung), non sarebbe cambiato nulla. Solo se mosso da un pizzico di curiosità e sei sfaccendato, saprai che c’è una scritta in italiano. Solo in un caso del genere puoi portarti alla distanza di soli 15 (quindici) centimetri. Ed è la distanza minima per sapere che quel minuscolo foglio sensibile al vento, con caratteri
inevitabilmente indecifrabili e privo di un vero e preciso richiamo cromatico, voleva timidamente dirti di stare attento al veleno.
Ma nessun problema. Infatti, in caso di incidente: vai a cercare, magari di notte, l’antidoto che microscopicamente ti viene suggerito: la vitamina K1. Se hai avuto la fortuna di leggere, allora fuggi da quei centimetri quadrati di aiuola che il Comune ha inteso proteggere dai “mios”, trucidandoli sadicamente, e per nulla pensando agli ignari amici dell’uomo e company. C’è da sperare, gentili cinofili, che le ditte produttrici del potente dilaniante veleno fornitori dei committenti pubblici non abbiano dato il loro contributo involontario (nel loro caso) di civile inciviltà anche per le aree-cani. Non pensate, gentili cinofili, di fare causa ai committenti comunali. Essi gentilmente, vi hanno indicato l’antidoto. Il resto sono cavoli vostri.