(Parte prima)
Sono ormai passati circa cinque anni da quando partivo per la Cina. Un viaggio di studio, scoperte culturali e crescita personale che mi ha portato a vivere lì per un anno. Alla domanda su dove andassi, Pechino o Shanghai, rispondevo che sarei andata a Chongqing. Ricevevo sguardi perplessi: nessuno conosceva questa città.
Eppure, mi sembrava strano. All’epoca Chongqing contava 30.165.500 abitanti. Nel giro di dieci anni aveva cambiato volto: da zona prevalentemente caratterizzata da campagna e zone rurali era diventata una vera e propria città ultramoderna, oltre che trasformata in municipalità. Ci si aspetta che la popolazione della sola città di Chongqing cresca ancora, fino ad arrivare a 10 milioni di abitanti nel 2025 e, aggiungendo la popolazione urbana della municipalità, si superano i 33 milioni.
Ma perché proprio Chongqing è stata ed è tutt’ora teatro di una così rapida e massiccia urbanizzazione?
Una delle ragioni è sicuramente la campagna Go West lanciata dal governo cinese. L’obiettivo era quello di incentivare lo sviluppo e le infrastrutture delle regioni dell’ovest che, nonostante costituiscano il 60% della Cina, concorrono in maniera minimale al PIL. Le regioni in questione sono Yunnan, Gansu, Sichuan, Guangxi, Guizhou, Qinghai, Shaanxi, Ningxia, Xinjiang and Tibet, e la città di Chongqing. Dal 2000, anno in cui l’iniziativa è stata lanciata, a oggi il GDP (Gross Domestic Product) di Chongqing si è quadruplicato, attirando sempre di più investimenti esteri e aumentando il numero di multinazionali che costruiscono lì nuove sedi.
Anche se “crescita economica” è ormai diventata sinonimo di progresso, diversi problemi sono legati a questa folle urbanizzazione che ha portato ad orbitare intorno alla città di Chongqing troppe, veramente troppe persone. Vale la pena di analizzare alcune di queste criticità: l’inefficienza della struttura urbanistica e il sistema degli hukou (una sorta di anagrafe delle famiglie) e le difficoltà a cui sottopone i lavoratori.
Per quanto riguarda il primo punto, rilevante è il nuovo report della Banca Mondiale redatto in collaborazione con il Centro di Produttività “Chongqing 2035: Spatial and Economic Transformation for a Global City”. In questo testo si evidenziano cinque pilastri strategici attorno ai quali la città dovrebbe strutturare la sua futura urbanizzazione. Il primo fa riferimento alla realtà fisica di Chongqing, la città dei monti e dei fiumi. Se l’urbanizzazione non viene fatta in maniera qualitativamente efficiente il rischio è che si esauriranno le risorse di terreno disponibili. É importante quindi ponderare un equilibrio tra densità della popolazione e urbanizzazione. Gli altri quattro pilastri puntano alla necessità di valorizzare la connettività e soprattutto la sostenibilità.