Hong Kong impazza fra la sagra dei lacrimogeni. “Un piccolo gruppo di estremisti”? (stampa ufficiale). O circa due milioni? Pare che il movimento non abbia dei capipopolo. È spontaneo e fluido, attacca alle pareti dell’aeroporto messaggi esplicativi per i viaggiatori bloccati dalla sua protesta. Il governo centrale, inflessibile, invita a un ritorno all’ordine; quello locale non fa che eseguire. Inquietanti le prospettive, a causa di una “società autoritaria”, dice AI Wei Wei ai microfoni di The BL Tv. Il famoso temerario artista cinese, dissidente di lungo corso, si augura che la situazione “si risolva pacificamente, ma nulla può accadere…il futuro è abbastanza nero”. Trump? “Ha detto chiaramente che è una questione tra Hong Kong e la Cina, e non ha intenzione di interferire”.
(Luck-Ba)