GIOVANNI CARUSELLI – Gli incendi in Amazzonia vanno interpretati sulla base di ciò che sta avvenendo nell’America meridionale, e cioè la Restaurazione del potere statunitense. Dopo anni di governi di sinistra, l’ex militare Bolsonaro è riuscito a farsi eleggere Presidente. Il suo ideale stile di governo può essere riassunto in questa sua affermazione pubblica mai smentita: «l’errore della dittatura militare è stato quello di torturare e non uccidere». https://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2018/10/08/bolsonaro-messia-che-spacca-brasile_fbRG6U22rxtqCETp7kC1TK.html?refresh_ce
Omofobo, razzista e misogino dichiarato, nel 2017 aveva detto che gli afrobrasiliani «non servono neanche a procreare» e che la vendita di armi per difesa personale va legalizzata. Nel suo governo – che ha abolito il Ministero del lavoro – la metà dei titolari dei dicasteri proviene dall’esercito e il Ministro della giustizia è stato l’accusatore dell’ex presidente Lula da Silva, attualmente in carcere dopo un processo sbrigativo che ha sollevato molte perplessità. Bolsonaro ha anche chiarito che il Brasile non sarà in futuro un Paese dalle porte aperte. Ora, totale discontinuità col passato: il Brasile non accoglierà più gli immigrati indiscriminatamente.
Il primo a congratularsi con Bolsonaro per la sua elezione è stato l’ineffabile John Bolton, consigliere per la sicurezza nazionale di Trump che ha più volte dichiarato la sua ammirazione e la sua amicizia per l’ex militare. Nel marzo del 2019, Bolsonaro si è recato a Washington per una visita di stato. In quell’occasione si è parlato di un notevole incremento delle esportazioni delle carni bovine verso gli Stati Uniti.
Non ci vuole molto a capire che gli allevatori brasiliani hanno bisogno di nuovi pascoli per soddisfare le crescenti richieste del mercato. Ed è semplice collegare questo dato di fatto con l’incredibile crescita degli incendi in Amazzonia.
Ma c’è di più. Trump vorrebbe evitare che il Brasile entri nell’area di influenza cinese. Brasilia invia in Cina il 27% delle sue esportazioni e Pechino ha investito nel Paese carioca la bellezza di 71 miliardi di dollari – più dei 58 degli Usa. L’avanzo commerciale del Brasile sulla Cina è di 30 miliardi di dollari che promettono di crescere grazie alla guerra commerciale tra Pechino e Washington. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/brasile-e-vera-svolta-politica-estera-23272
Gli uomini di Bolsonaro, quindi, devono destreggiarsi per non perdere gli investimenti cinesi e, al tempo stesso, trarre vantaggio dalla disponibilità di Trump nei loro confronti. D’altra parte, nell’attuale strategia statunitense, una stretta alleanza col grande Paese latino-americano è essenziale. Esso deve divenire un avamposto nella lotta a quella che Bolton definisce la «troika della tirannia», Cuba, Nicaragua e Venezuela, «infettati» in tempi diversi dal «virus» del comunismo anticristiano. E l’Amazzonia?