Le strutture color cinabro di Chen Aijiun suggeriscono elementi organici come ossa anche per la loro conformazione granulare. Partendo da un dato oggettivo, il cinabro è un minerale estratto dal fondo del lago Taihu che si aggrega creando strutture massicce, Chen Aijiun ci offre forme suggestive che ci intrigano dialogando con la calligrafia. I personaggi di Guo Jianguo stanno tra il teatro popolare di Pechino e la quotidianità. Storie vissute con il senso del grottesco, l’ironico, lo scanzonato come nell’immagine rubiconda del monaco in viaggio.《笑口常开》2018, carta di riso/inchiostro, 42X42cm le pieghe degli abiti e le rughe sui volti sono della stessa natura. Hua Chaofeng, rivisita il paesaggio del periodo Song che ha significato la riunificare della Cina, la condivisione dell’invenzione della bussola, la padronanza nella costruzione navale, l’introduzione della carta moneta e il nuovo sistema tributario oltre a stimolare le lettere e le arti che hanno raggiunto un alto livello e un grande fervore culturale. L’artista dipinge la scena centrale di un cerimoniale ispirandosi alla storia di quel periodo con sfondi paesaggistici importanti che ritroviamo anche nelle opere di Hua Yan dove però i paesaggi armoniosi sono i veri protagonisti diventando un paesaggio che, romanticamente, simboleggia la profondità dell’anima. lo stesso dicasi per Xu Guangiu che usa la struttura del ventaglio per disporre i rilievi montuosi su cui domina una casetta, come in Vivere da Cincinnato in compagnia della nuvola 《隐处唯孤云》2019, carta di riso/inchiostro, 27cm x 50cm. Nel quadro di Zhao Yingxu, Cose per la buona fortuna《岁朝清品》2018, carta di riso/inchiostro, 34cm x 47cm siamo in un interno. Il protagonista è un candelabro così come in un altra opera è un vasetto di fiori. E’ un mondo sospeso nel nulla con una pioggia calligrafica.
Abbiamo poi gli artisti italiani Luigi Di Sarro, Anna Onesti Massimo Orsini, Claudia Quintieri, Marco Raffaele, e un americano Steven Vaughn che ha attraversato l’oriente in lungo e in largo da Taiwan al Giappone dalla Corea, all’Indonesia, dallo Sri Lanka all’isola di Xiamen, in Cina fino a Chaozhou e Dehua e a Pechino. Si ispira all’arte del paesaggio cinese e fa scorrere i pigmenti colorati dell’inchiostro o della sabbia sulla carta. Nei suoi “Scrolls” inchiostro, sabbia, acqua, e carta diventano un tutt’uno.
Tra gli italiani, quella più vicina nei riferimenti visivi a oggetti cinesi come la lanterna è Anna Onesti con la sua carta orientale, ottenuta dalla lavorazione del midollo dell’arbusto della pianta del gelso, dipinta di rosso, creato con una mescolanza di robbia e cocciniglia, le stecche di bambù e fili di cotone. Claudia Quintieri col video Daddy Sogno di una bambina e di suo padre, 2012, affronta il tema del rapporto conflittuale padre e figlia in una danza ambientata negli anni trenta che è tutto un cercarsi e respingersi. Massimo Orsini apre e divide in due parti lo spessore sottile del foglio di carta, e ne libera l’invisibile dimensione energetica. Marco Raffaele presenta TTERRAE_SIDE 11_A[Tensione(in)naturale]_2019. Stampa digitale su carta Fine Art, assemblaggio all’interno di teca/contenitore in legno laccato, vetro. 46x46x3,5 cm sulla dinamica tra forze naturali e il loro contesto. Infine come detto l’opera di Luigi Di Sarro, Io, 1976 ci riporta ai momenti d’oro dell’interrelazione tra Oriente e Occidente.
Insomma un evento importante come l’apertura della Biblioteca Cinese a Prato è sottolineato da una mostra importante curata da Vittoria Biasi che ha curato varie mostre sull’arte orientale da ACCORDI DI LUCE Oriente d’Occidente nel 2001 al MUSEO NAZIONALE D’ARTE ORIENTALE ROMA alla più recente Walking on the White Side narrazioni di luce e di scritture in carta hanji … 한지로 빛을 표현하다 presentata da Lee Soomyoung dell’Istituto culturale coreano nel Maggio 2018.