Arte e poesia
Sempre entusiasticamente sprofondata nell’arte, come artista e alfiere della Poesia Visiva e dintorni, Anna Spagna ha fatto incursione anche nella poesia pubblicando piccole e attente raccolte di composizioni. Anche recentemente, alla fine del 2020, pur in tempi di pieno Covid, ha pubblicato presso Almach Art di Milano, Sicilianitudine, spigolature che partono dal 2000 fino a oggi.
Un drive lirico spontaneo legato alla sua biografia sentimentale. Ma ciò che le va a merito è che il terreno sentimentale è anche esistenziale, in modo inscindibile e naturale. L’afflato e l’amore non sono unidimensionali né assoluti. Si fondono invece con le sue paure, le sue ansie, le sue malcelate vulnerabilità, il suo modo umido di rapportarsi alle persone, non solo quelle amate, e anche al paesaggio legato alla sua vita, alle sue esperienze.
Anna Spagna, istinto ed equilibrio
Sono certo che lei si andrà affinando ancora di più in questo interesse letterario, ma Anna Spagna ha già dato prova di un bell’equilibrio e di autocritica tra l’istinto e la ricerca del modo più appropriato per esprimerlo, tra la tentazione di dire tutto quello che sente e il controllo nella costruzione formale. E questo, con la consapevolezza che l’arte ha le sue esigenze nel veicolare i contenuti emotivi.
Il titolo dice di una siracusana che non ha mai voltato le spalle al senso del tragico antico (in tutte le sue possibili gradazioni) che ancora adesso viene rappresentato annualmente nel magnifico Teatro Greco del V secolo a.C. ad opera dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Col tragico si fonde la sua esuberante vitalità tutta proiettiva anche nel paradosso esistenziale.
Gli enjambement
In “Linea di confine” dedicata a Gianfranco Bellora, suo sodale di vita e di arte, esprime un accoratissimo pensiero. Ipotizza la sua pelle “squamata dal sole” che si tramuta in una linea, “quella/ linea che solo tu potrai vedere/ e capire, che tanto abbiamo/ cercato insieme in vita, e/ forse solo la morte potrà darci”. Arguta peraltro la versificazione, in forza dei ripetuti enjambement: “quella/ linea ecc.”, “tu potrai vedere/ e capire….”. Ancora più carico di suspence è quello delle ultime due righe: “cercato insieme in vita, e/ forse solo…”.
La sua vitalità marcata Sicilia, eccola: “…luogo fonte di calore e di potenza,/ nella sua grande infuocata fiamma. /Fiamma di ombre e di colore,/ fiera come un passo di flamenco” (da “Ricordi”). Fiera come un passo di flamenco: sì, è proprio lei che non a caso chiamo simpaticamente “Carmen” con enfatizzata accentazione napoletana. La similitudine è espressa anche in “Acireale” col suo “gran sole aranciato…nelle acque generose dello Ionio”.
Intimismo in Anna Spagna
La commozione rattenuta ottiene i suoi effetti benefici di compressione: “È un triste monito il lume acceso/ sul mare del tramonto” (e qui il sostantivo mare è polisemico e lei fissa una crasi tra il mare e il tramonto, e a questo scopo evita di dire sul mare al tramonto). E l’intimismo non demorde: “Un cigolio di imposte chiuse/ è come il lamento/ dell’anima mia che langue/ per un altro giorno che muore”.
Riflessione estetica
Non manca una riflessione estetica. Si sa che l’amore intenso combatte tra l’irrazionale follia e il bisogno di un centro di riferimento (da trasgredire, ovviamente), “come stato di sicurezza”. Ma Anna Spagna aggiunge, felicissimamente, “Ben si sa che il centro è sempre/ un poco più in là del centro…”. Inoltre, in quest’occasione, la poetessa si spinge fino a tematiche generali: “La pittura non concede alternative:/ il Centro con la C maiuscola/ è quello che è al di là del centro”. Ed ecco il guizzo: “mentre la bellezza/ viene sancita nel luogo del mercato/ la pittura si risveglia, improvvisamente,/ nel lampo del rosso”.
Più avanti, pensiero e sentimento armonizzano: “Così ha senso stare al centro/ per marcare il territorio dell’arte./ Per graffiare con le unghie della mente/ la superficie statica della pittura”.
Ma il lettore non mancherà di soffermarsi sugli altri componimenti, magari con particolare attenzione ai bellissimi “Clandestino” e “La resistenza”.