GIOVANNI CARUSELLI- Non si può dire che la neo-presidentessa della Commissione Europea si sia tirata indietro nel trattare le questioni spinose che agitano l’Unione. Per esempio la sicurezza dei risparmiatori di fronte a possibili shock bancari. Bisogna – ha detto – completare l’Unione bancaria e prevedere anche un fondo di risoluzione unico, grazie al quale i correntisti possano essere rimborsati nel caso di eventuali imprevedibili perdite. Tutti i depositi bancari dovranno essere assicurati. L’euro dovrà essere rafforzato in maniera tale da riscuotere la totale fiducia di coloro che lo adoperano per transazioni grandi e piccole. Tutto questo in vista di “un’Europa ambiziosa”.
La sfida costituita dalla conciliazione fra il le necessità sociali e di mercato dovrà essere vinta. Il diritto al lavoro non dovrà più essere un’affermazione di principio ma dovrà divenire un obbligo nei confronti del cittadino europeo. La scuola e le altre strutture educative dovranno essere poste in collegamento con le esigenze del sistema produttivo, e dovranno fare uso dei progressi della digitalizzazione e essere a disposizione di tutti, indipendentemente dalla condizione economica di ciascuno. Verrà assicurato il salario minimo garantito, adoperando criteri che tutelino la dignità del lavoratore, qualunque sia la mansione da lui svolta.
Nell’Unione 25 milioni di bambini sono a rischio povertà. Poiché chi è povero nell’infanzia rischia molto di più di altri di essere povero da adulto, occorrerà istituire una garanzia europea per l’infanzia, che assicuri almeno l’assistenza sanitaria e l’istruzione. La direttiva che è stata già emanata sull’equa distribuzione degli oneri familiari fra uomo e donna dovrà essere applicata, in maniera da mettere tutte le donne nelle condizioni di lavorare, con una retribuzione non inferiore a quella degli uomini.
Riguardo all’equità fiscale sarà necessario partire dal principio secondo cui ciascuno dovrà contribuire in rapporto diretto alle sue possibilità. La corsa al ribasso fiscale che è emersa in momenti di difficoltà di singoli Stati nazionali non è accettabile. Essa alla lunga priva i bilanci di quelle risorse che servirebbero ad aiutare i più deboli e a far ripartire l’economia. In questo momento i regimi di imposta in Europa e fuori dall’Europa sono inadeguati all’evoluzione dell’economia. I giganti del web dovranno essere tassati in maniera più appropriata. Le frodi fiscali perpetrate con l’uso improprio di legislazioni bancarie di Paesi terzi dovranno essere combattute con tutti i mezzi disponibili per recuperare le ingenti risorse sottratte agli erari con l’evasione o l’elusione fiscale.
Nei rapporti fra l’Unione e le altre realtà statuali, su alcuni punti non si dovrà scendere a compromessi. Lo stato di diritto è una conquista sempre in pericolo e quindi da tutelare e estendere. In questo quadro dovrà rientrare anche la problematica dell’immigrazione. La parola chiave sarà certamente la condivisione degli oneri, incominciando dagli aiuti che i giovani dei Paesi di provenienza devono assolutamente ricevere dall’Europa. Il rafforzamento della cooperazione con i Paesi terzi non dovrà più essere occasionale ma articolato all’interno di un piano concordato fra i membri dell’Unione. Resta comunque fuori discussione il dovere morale di salvare le vite umane, messe in pericolo dalla necessità di fuggire la fame e le guerre. Per implementare la sicurezza interna da atti di terrorismo bisognerà attuare uno strettissimo coordinamento e potenziare una Procura europea che abbia poteri più ampi in tutti i Paesi dell’Unione, per combattere crimini e illeciti commessi grazie alla frammentazione delle iniziative giudiziarie.
Il posto dell’Unione nel mondo è semplificato da alcuni dati. Per più di 80 Paesi l’Europa rappresenta il maggiore polo di interscambio e nuovi negoziati con Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti permetteranno di far crescere i flussi commerciali. L’Europa, inoltre, è il maggiore fornitore di assistenza allo sviluppo nel mondo e nei prossimi anni dovrà articolare un progetto di partenariato con l’Africa, il cui potenziale produttivo è evidente. Come qualunque altra realtà statuale l’Europa ha bisogno di strutture di difesa proprie e quindi, pur restando strategicamente nell’ambito della Nato, occorrerà disporre di un esercito europeo per il quale occorrerà stanziare fondi adeguati. La democrazia europea dovrà essere difesa da tutti gli attacchi che le moderne piattaforme digitali permettono, divulgando messaggi di odio, di discriminazione razziale, di disprezzo per i diritti umani. Le norme sul finanziamento dei partiti politici europei dovranno essere più chiare e trasparenti e i messaggi ideologici, veicolati sotto mentite spoglie di spot pubblicitari, dovranno essere individuati da appositi organi tecnici. Tutto ciò che individua la specifica identità europea, frutto di esperienze storiche talvolta drammatiche, dovrà essere proposto esplicitamente, non con la presunzione di costituire un modello di convivenza perfetto, ma con la consapevolezza di valori acquisiti da non mettere in discussione.
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